Uno è stato catturato in mattinata
Fuga alla Prison break dal carcere di Poggioreale, buco nel muro della cella: così due detenuti sono evasi nella notte
Due detenuti sono evasi nella notte dal carcere di Poggioreale a Napoli. Una fuga da film quella dell’algerino Souki Mahrez, 32 anni, e del 23enne siriano Kazem Mohmed Elokla, entrambi reclusi per rapina. Una fuga alla Prison break, la celebre serie televisiva americana, con i due detenuti che avrebbero praticato un buco nella parete della cella, calandosi poi con una corda di lenzuola per poi scavalcare il muro di cinta della casa circondariale partenopea, approfittando dell’ora notturna. La fuga infatti è avvenuta intorno alle tre di notte di martedì 19 agosto. La polizia penitenziaria, con le altre forze dell’ordine, già dalle prime ore di oggi è alla ricerca dei fuggitivi. Uno dei due è stato catturato in mattinata.
Si tratta della seconda in pochi anni dopo quella del 2019 che vide protagonista un 32enne polacco che con una corda di lenzuola scavalcò il muro di cinta della casa circondariale mentre si stava recando a messa nella chiesetta del carcere. Venne arrestato dopo due giorni di ricerche: si trovava a poche centinaia di metri dal carcere, nei pressi della stazione Centrale di Napoli insieme ad alcuni clochard. A denunciare l’ultima doppia evasione è il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci. “È probabile che sia accaduto tutto intorno alle 3:00 del mattino con il favore delle tenebre e approfittando dell’ormai ridotta presenza delle forze di polizia penitenziaria aggravata anche dal periodo delle ferie. Quanto accaduto è un campanello di allarme di quanto accade all’interno degli istituti penitenziari”.
Dure anche le parole di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria: “Da quanto si apprende la fuga sarebbe da film, con un buco praticato nella parete della cella e il successivo scavalcamento del muro di cinta. Dopo la duplice evasione di Bolzano, di domenica scorsa, sono 4 le fughe avvenute in sole 36 ore, che si sommano a traffici illeciti, violenze di ogni genere, aggressioni agli operatori, stupri, suicidi (53 detenuti e 3 operatori dall’inizio dell’anno) e molto altro ancora. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dovrebbe prendere coscienza che nonostante il sovraffollamento del 134% i reclusi non si ‘sorvegliano’ da soli come vorrebbe avvalorare, ma che al contrario necessitano provvedimenti immediati da parte del governo”.
Ministro della Giustizia che solo qualche giorno fa esultava, o quasi, per il calo dei numeri dei suicidi rispetto agli anni precedenti. Guai ad affrontare il tema del sovraffollamento, della cronica carenza d’organico del personale. “Anche se non fossimo in un periodo di ferie estive – incalza Beneduci – la carenza dell’organico del personale previsto e necessario (non solo nelle carceri napoletane) è mediamente del 30% e ciò ha determinato la progressiva ed oggi incolmabile perdita dei requisiti di sicurezza e di funzionalità degli istituti di pena. D’altra parte e come abbiamo denunciato più volte, del tutto vanamente, anche presso le autorità politiche del Dicastero della Giustizia, le continue offese e aggressioni, assai spesso impunite, da parte della popolazione detenuta che non riconosce più l’autorità dello Stato e chi lo rappresenta nelle carceri, nonché lo svilimento del ruolo e delle funzioni in un personale di sovente messo alla berlina pubblicamente, stanno determinando all’interno della Polizia Penitenziaria la tangibile disaffezione verso il lavoro e la perdita di prospettive mentre, per ragioni identiche, dall’esterno l’afflusso delle nuove assunzioni è diventato del tutto insufficiente (con il 20/25% di defezioni nei concorsi pubblici) a compensare i pensionamenti”.
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