Cresce in maniera generalizzata nel nostro paese la percezione di essere vulnerabili, ma resta elevato il gap tra questa percezione e il ricorso ai prodotti assicurativi. Basti pensare che il 45% degli italiani che si sente esposto a rischi non ha una polizza. Buona parte della popolazione sconta ancora un antico difetto di formazione e di informazione sulle opportunità di protezione, tuttavia la Generazione Z appare sempre più sensibile e interessata a un check up assicurativo. Sono queste alcune delle conclusioni della recente indagine Ania-Ipsos su “I nuovi bisogni di protezione degli italiani”.

Lo studio approfondisce la percezione dei rischi nel proprio vissuto quotidiano, l’opinione nei confronti del settore assicurativo e la sua comparazione con la reputazione di altri settori economici, la relazione degli italiani con le imprese e gli operatori, l’interesse verso nuovi servizi e prodotti offerti dalle compagnie. Sul piano del vissuto, lo choc della pandemia appare ormai superato, ma la guerra crea incertezza mentre il ritorno dell’inflazione crea allarme: di conseguenza, i temi finanziari acquisiscono maggiore rilevanza e aumenta l’esigenza di occuparsene in prima persona. Secondo l’indagine, ben 9 italiani su 10 si sentono vulnerabili ed esposti ai rischi. Le aree che destano le maggiori preoccupazioni sono la salute, la famiglia, il reddito e la pensione.

Il 66 per cento della popolazione teme per l’autosufficienza e le cure, la metà degli italiani è preoccupata per la famiglia e i figli, quasi la metà (48 per cento) per il reddito e l’occupazione, mentre il 37 per cento pensa a salvaguardare la propria pensione. La gran parte del campione interrogato è concentrata sul presente, ma è molto interessante verificare quanto le preoccupazioni cambino con l’età. Per i Baby Boomers, la fascia compresa tra i 57 e i 64 anni, la non autosufficienza è l’assillo principale. Per la Generazione X (41-56 anni) la preoccupazione ricade sulla famiglia, i figli e la pensione, mentre i Millennials (27-40 anni) sono concentrati sul reddito da lavoro. Infine, la Generazione Z (18-26 anni) è quella più sensibile ai rischi provenienti dagli eventi atmosferici e naturali con una percentuale del 40 per cento.

In generale, la questione del cambiamento climatico preoccupa almeno un italiano su tre, a dimostrazione che, da tre anni a questa parte, l’attenzione sui temi ambientali è fortemente cresciuta. In ogni caso, a dispetto di questa progressiva consapevolezza della esposizione ai rischi, il 45 per cento di coloro che dichiarano di sentirsi esposti non presenta alcun tipo di copertura. Unica eccezione l’Rc auto. Le ragioni sono diverse e vanno dalle priorità di vita alla mancanza di risorse da investire sulle polizze. Basti pensare che ben 7 italiani su 10 percepiscono la perdita dell’autosufficienza come un rischio incombente, ma il 93 per cento di chi si sente esposto dichiara di non aver adottato nessuno strumento di tutela assicurativa.

I dati dell’indagine Ania-Ipsos evidenziano la mancanza di coerenza tra la consapevolezza del rischio e l’adozione di strumenti di protezione. Il problema è in parte dovuto alla mancanza di informazione. Ma proprio per questo motivo, si legge nello studio, “c’è un enorme spazio su cui investire per far incontrare la domanda di protezione con l’offerta di protezione più adeguata del mercato”. Peraltro, avvertono i ricercatori, “le analisi motivazionali fanno emergere una positiva percezione del settore assicurativo. Le assicurazioni intercettano l’instabilità di questo momento storico e sono perciò un appoggio e una via di uscita”. Senza dimenticare la vasta e dinamica offerta di soluzioni che “accompagna i cambiamenti che effettivamente stanno avvenendo nella vita delle persone”. Le compagnie offrono nuove coperture e soluzioni (specie per la tutela della casa e del tempo libero: dai voucher per la baby sitter ai servizi di domotica per il controllo della casa) e nuovi prodotti meglio modulati sulle esigenze del cliente e più trasparenti sul piano dei prezzi e dei premi. Gli italiani mostrano comunque di avere una buona opinione del settore.

Secondo l’indagine, infatti, affidabilità, offerta servizi di qualità, e offerta di servizi pensati per le nuove esigenze delle persone sono i punti di forza delle compagnie assicurative. Il dato più interessante in prospettiva futura è che il livello più alto di reputazione del settore si riscontra tra i giovani di 18-26 anni. La Generazione Z riconosce alle compagnie assicurative un’alta attenzione allo sviluppo e alla crescita sostenibile, una immagine di prestigio, efficienza e un buon rapporto qualità prezzo nella offerta di servizi. Dall’indagine emerge come più di un italiano su due sia interessato a fare un “check-up” assicurativo della propria situazione di esposizione ai rischi e delle proprie esigenze di protezione. Ma i giovani sono molto più interessati degli anziani. Sul piano dell’offerta, infine, gli intervistati chiedono polizze complete (multi-rischio), una gestione dinamica e coperture a pacchetto, misurate sulle esigenze familiari, modificabili nel tempo.

Vittorio Ferla

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