Esteri
Hong Kong, oltre un milione di persone firma petizione online per chiedere la fine delle violenze
Oltre 1,1 milione di residenti a Hong Kong ha firmato una petizione online per chiedere la fine delle violenze nell’ex colonia britannica. Lo riferisce la stampa cinese che spiega che la campagna, avviata dall’alleanza Safeguard Hong Kong in ottobre, ha lo scopo di esprimere l’opposizione alla violenza e di raccogliere il sostegno pubblico al governo della Regione amministrativa speciale e alla polizia per fermare la violenza e ripristinare ordine. Nella giornata di venerdì 8 novembre Safeguard Hong Kong ha presentato una petizione al direttore dell’ufficio principale del governo della città. Kennedy Wong, portavoce del gruppo della comunità, ha affermato che l’escalation della violenza ha scoraggiato molti residenti dal sollevarsi a parlare e la petizione online è di consentire a più residenti di esprimere le loro richieste. “Speriamo che la petizione possa raccogliere l’energia positiva e riunire coloro che sostengono il governo di Hong Kong e la polizia”, ha detto Wong. Secondo quanto riferito dalla stampa cinese, la petizione online chiede anche il sostegno di una legge “anti-maschera”, imposta dal governo il mese scorso nel tentativo di fermare la violenza e il caos.
GLI SCONTRI – Nel frattempo, un altro fine settimana di scontri si è consumato nell’ex colonia britannica. Episodi anche gravissimi come il poliziotto che spara al manifestante. Quello di ieri e’ il terzo episodio nel suo genere dall’inizio delle manifestazioni antigovernative ad Hong Kong, lo scorso giugno. La polizia di Hong Kong ha annunciato tramite una nota questa mattina l’arresto di 88 persone accusate distruzione di esercizi commerciali e intralcio ai servizi pubblici, dopo le manifestazioni che si sono verificate nella giornata di ieri, domenica 10 novembre, in diversi distretti della ex colonia britannica. Lo riferisce la stampa cinese. Secondo la polizia, a partire dalle 23:30 domenica, un totale di 88 persone sono state arrestate per reati quali assemblea illegale, possesso di un’arma, danni e occultamento dell’identità. “I manifestanti mascherati ignorano completamente la legge e l’ordine, nonchè la sicurezza e i diritti delle altre persone. I loro atti sono scandalosi”, ha detto un portavoce del governo in una dichiarazione.
La polizia ha dichiarato che i manifestanti si sono radunati in diversi distretti di Hong Kong domenica pomeriggio e hanno commesso atti vandalici alle stazioni della metropolitana, appiccato roghi, bloccato strade, compiuto furti nei centri commerciali, molestie al personale e ai clienti dei ristoranti. “La polizia continuerà a prendere provvedimenti risoluti per garantire la sicurezza pubblica della città e assicurare alla giustizia tutti i trasgressori”, ha ribadito la polizia nel comunicato stampa. Sia il governo che la polizia Hong Kong hanno condannato gli atti di ieri e hanno promesso un approccio al vandalismo a tolleranza zero.
Nella giornata di ieri, i manifestanti di Hong Kong hanno danneggiato una stazione della metropolitana nel distretto nordorientale di Sha Tin e fatto irruzione in un centro commerciale del distretto nordoccidentale di Tsuen Mun. Lo riferiscono i media locali, precisando che dopo i disordini le autorità hanno chiuso la fermata della metropolitana e posizionato la polizia in tenuta antisommossa nel quartiere, come avviene regolarmente ogni fine settimana dall’inizio delle proteste, lo scorso giugno. Secondo un video pubblicato dal quotidiano “Apple Daily” la polizia ha arrestato un uomo a Tsuen Wan e fermato quattro attivisti accusati di atti di vandalismo. Sabato la polizia ha arrestato sette deputati di opposizione del Consiglio legislativo e sostenitori del movimento pro democrazia per i disordini provocati in una sessione dello scorso mese di maggio, quando gli assessori pro-Pechino hanno cercato di imporre un presidente della stessa linea politica alla Commissione che stava esaminando il disegno di legge sulle estradizioni, a causa del quale sono scoppiate le proteste. L’arresto dei sette si e’ verificato nel quadro delle manifestazioni che si sono nuovamente tenute venerdì scorso in zona Mong Kok, dopo che uno studente universitario è morto nelle proteste. Un cameraman dell’emittente “Tvb” è stato inoltre attaccato mentre copriva la manifestazione.
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