Covid e mascherine, errori e misteri: adesso può emergere la verità. La Commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid è stata istituita ieri, al culmine di una giornata di intense schermaglie parlamentari. L’approvazione è arrivata a tarda sera, dopo una giornata di ostruzionismo delle opposizioni. Un confronto non del tutto privo di spunti utili anche per approfondire, con le parole di Pierferdinando Casini, “l’uso distorto che nelle ultime legislature stanno assumendo le commissioni di inchiesta”. L’articolo 82 della Costituzione, però, ostinatamente le prevede. Una spinta motivazionale in più per fare di questa occasione un momento di rilettura costruttiva e di analisi concreta di quel terribile momento di caos che aveva portato l’emergenza Covid. Una opportunità di fare trasparenza che l’asse Pd-M5S-Avs ha tentato in ogni modo di fermare. Un asse sconfitto e che ha dimostrato fino all’ultimo di avere paura della verità.

Non a caso il Covid ha visto solo in Italia tenere le scuole chiuse così a lungo. Non a caso i disturbi alimentari sono passati al +36%, i ricoveri al +48% per la fascia dei ragazzi tenuti a casa. E dire che c’è chi, come Matteo Renzi, aveva chiesto da subito di tenere aperte almeno le scuole, sempre.
“Noi votiamo a favore della commissione affinché si faccia tesoro degli errori commessi”, ha detto Renzi in dichiarazione di voto. Per non parlare dell’iniquità dei ristori. A chi troppo, a chi niente. Per non dire della comunicazione istituzionale che ha tradito qualsiasi prassi. Tanto più che il governo Conte ha pensato alle dirette Tg e non al piano vaccinale. E i misteri sono tanti. “Non si era mai vista una pandemia gestita dai soldati russi”, affonda Renzi nel suo intervento.
Al termine di una lunga discussione generale, ha preso la parola il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, con la premessa di voler portare “un contributo di serenità al dibattito”. E invece ha innescato uno scontro verbale con le opposizioni contrarie al Ddl ravvedendo da parte della maggioranza di centrodestra “un atto politico” per mettere “sotto processo” le misure anti-pandemia adottate dal Governo Conte bis. Il sottosegretario sottolinea che l’idea della Commissione nasce “con un intendimento non punitivo ma collaborativo e per far emergere della verità. Qual è il problema oggi- chiede Gemmato – di non confrontarsi su delle tematiche, anche banali rispetto al tutto, come la questione dei banchi a rotelle e far emergere quella che è la verità soprattutto su altro. Ci tengo a puntualizzare che l’istituzione di una Commissione d’inchiesta è un atto puramente parlamentare, quindi non è stato il Governo a volere la Commissione”. Poi ha proseguito rimandando al mittente le accuse di aver tagliato sulla sanità. “Nel 2019 il Fondo si dotava di 115 miliardi di euro, la Fondazione Gimbe denunciava che nei dieci anni precedenti erano stati definanziati alla sanità pubblica 37 miliardi di euro. In quegli anni Governava chi oggi dice a noi che staremo tagliando il Fondo sanitario nazionale. Nel 2024 arriviamo alla cifra, un record storico, di 136 miliardi di euro, quindi: nel 2019 ci furono 115 miliardi di euro, nel 2024 ne arrivano 136 che sono 21 miliardi di euro in più in poco più di 4 anni alla sanità pubblica”.

L’intervento del sottosegretario alla Salute provoca la reazione del capogruppo M5s Stefano Patuanelli che dice: “Abbiamo assistito non a una replica del Governo ma a un comizio elettorale. È del tutto evidente, e lo dimostra questo intervento, che vi manca la cultura di governo e il rispetto istituzionale”. Si aggiunge la senatrice Pd, Simona Malpezzi, quando era sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento nel Governo Conte II: “Credendo molto nel ruolo delle commissioni di inchiesta – osserva – sono molto dispiaciuta dalla piega che questo dibattito ha preso perché, e lo dico da membro di quel Governo che si è trovato a gestire la pandemia, è come se mi stessi sentendo sotto processo quando in una Roma deserta per il Lockdown non c’erano ricette per nessuno perché eravamo il primo Paese europeo e il primo anche nell’Occidente ad affrontare il Covid”. C’è chi, per usare un diversivo, pretende che la commissione parlamentare sia incaricata di indagare sulle regioni. Segue un dibattito estenuante, una mitragliata di emendamenti da illustrare uno a uno. Ma la maggioranza tiene, il sostegno di Italia Viva sull’iniziativa istitutiva c’è e finalmente si potrà accendere quella luce sull’opaca gestione Conte – Arcuri che molti speravano di tenere nell’ombra.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.