In onda, fuori onda. Il linguaggio della radio è quello del giornalismo. E proprio alla radio è dedicato il calendario 2026 dell’Associazione di categoria Giornalisti 2.0, un progetto editoriale che unisce memoria, attualità e uno sguardo lungo sul futuro dell’informazione. I testi del calendario portano la firma del presidente di Giornalisti 2.0, Maurizio Pizzuto, realizzati in collaborazione con Ettore Midas e Gianni Garrucciu, a sottolineare un lavoro corale che mette al centro il ruolo sociale del giornalismo e i nuovi linguaggi della comunicazione, in un momento storico in cui l’affidabilità delle notizie è tornata tema cruciale. L’evento di lancio, all’Hotel Le Meridien di Roma, ha visto in platea un centinaio di giornalisti.

«Con questo calendario 2026 abbiamo voluto raccontare dodici mesi di impegno, responsabilità e passione, dando voce a chi ogni giorno fa informazione con serietà, anche nei contesti più difficili», ha dichiarato Pizzuto. «Giornalisti 2.0 non è solo un’associazione di categoria, ma una comunità viva che crede nella forza delle storie, nella libertà di stampa e nell’evoluzione dei media come opportunità e non come minaccia».

Nel corso dell’evento sono intervenuti il vicepresidente Maurizio Lozzi, che ha evidenziato il valore formativo e deontologico dell’iniziativa, e Fabio Schiuma, già guida di Radio Cuore Tricolore, che ha ripercorso alcune tappe fondamentali della storia della radio italiana, tra emittenti libere, innovazione tecnologica e nuovi format editoriali.

Un focus speciale è stato dedicato all’evoluzione della radio nel tempo con l’intervento di Roberta Beta, che ha raccontato la propria esperienza nel mondo dell’audio digitale attraverso il podcast La Maschera, esempio concreto di come il linguaggio radiofonico si sia trasformato senza perdere la sua capacità di creare relazione e comunità. La serata si è conclusa con un confronto aperto sulle sfide che attendono il giornalismo nel 2026: intelligenza artificiale, piattaforme digitali, podcast, partecipazione del pubblico e un ecosistema mediatico sempre più complesso e competitivo.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.