Dmitry Medvedev, l’ex presidente russo e attuale vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, è tornato a evocare l'”apocalisse” sulla guerra in Ucraina in un editoriale scritto per il quotidiano Izvestia. “Se si pone la questione dell’esistenza stessa della Russia, non sarà decisa sul fronte ucraino ma insieme alla questione dell’esistenza dell’intera civiltà umana. Non dovrebbero esserci ambiguità qui: non abbiamo bisogno di un mondo senza la Russia”.
Medvedev ha inoltre sottolineato che i nemici della Russia potrebbero “continuare a pompare armi verso il regime neofascista di Kiev e bloccare ogni possibilità di rilanciare i negoziati, non volendo capire che i loro obiettivi portano ovviamente a un fiasco totale. A una sconfitta per tutti. A un Incidente. All’apocalisse. In cui ci si potrà scordare per secoli la vita precedente, finché le macerie non cesseranno di emettere radiazioni”.
Inoltre il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Tass, ha dichiarato che il ritorno della Crimea all’Ucraina “è impossibile” perché è “una parte integrante della Russia”. Al momento, ha riferito ancora il fedelissimo di Vladimir Putin, Mosca non vede le condizioni per uno “sviluppo pacifico”, dunque l’operazione militare russa continuerà.
Il Cremlino, ha aggiunto Peskov, “presta molta attenzione” al piano della Cina per una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina. Il portavoce del Cremlino ha aggiunto che i dettagli della proposta cinese “vanno analizzati attentamente tenendo conto degli interessi di tutte le parti”.
“Qualsiasi tentativo di sviluppare piani che aiutino a trasferire il conflitto verso un corso pacifico merita attenzione”, ha dichiarato Peskov alla stampa. “Trattiamo il piano dei nostri amici cinesi con grande attenzione”, ha proseguito, “per quanto riguarda i dettagli, dovrebbero essere oggetto di un’attenta analisi, tenendo conto degli interessi, molto diversi, delle parti. Si tratta di un processo molto lungo”.
Continuano intanto gli attacchi della Russia compiuti, secondo l’esercito ucraino, con droni Shahed di fabbricazione iraniana. Nella notte almeno 14 aerei senza pilota sono stati lanciati da nord verso il territorio ucraino. Di questi 11 sono stati distrutti dalle forze di difesa aerea. Presa di mira in particolare la zona intorno Kiev, dove l’allarme aereo è durato quasi tutta la notte. Almeno una persona è stata uccisa e altre quattro ferite a Khmelnytskyi, città situata circa 322 chilometri a sud-ovest di Kiev.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che il comandante dell’operazione delle forze congiunte, il generale Mykhailovich Moskalov, è stato rimosso dall’incarico. Lo riportano i media locali, ricordando come Moskalov avesse assunto l’incarico a marzo dello scorso anno con la contemporanea nomina del generale Oleksandr Pavliuk a capo dell’amministrazione militare regionale di Kiev. Non sono chiari i motivi che hanno portato alla destituzione di Moskalov né se il suo nome sia coinvolto nelle inchieste sulla corruzione che hanno già portato al licenziamento di numerosi esponenti del governo e dell’esercito.
