Il delitto irrisolto del 1996
Il giallo di Nada Cella, sequestrato lo scooter dell’indagata Annalucia Cecere: “Analizzato con il luminol”
Quello di Nada Cella era il classico cold case, risalente al 1996: nessuna novità e nessuna svolta per anni, almeno fino a pochi giorni fa, e oggi è invece su tutte le pagine dei quotidiani. La novità di giornata è che è stato sequestrato lo scooter di Annalucia Cecere, l’ex insegnante indagata per omicidio aggravato per il caso della segretaria massacrata nello studio del commercialista dove lavorava a Chiavari. La vittima aveva 25 anni. E il delitto risale a 25 anni: secondo gli investigatori il sequestro del mezzo e le analisi potranno portare a rilevanti scoperte.
Il motociclo sarà analizzato dalla polizia scientifica con il luminol. Gli agenti condurranno anche altre analisi tecniche sul motorino. “Fatemi pure il Dna, fate gli accertamenti che volete, non ho nulla a che vedere con quella ragazza. Non ho niente da nascondere”, aveva fatto sapere, come scritto da Il Corriere della Sera, nei giorni scorsi Cecere. La donna all’epoca della tragedia aveva 28 anni. Venne sospettata e indagata ma per soli pochi giorni. Subito dopo il delitto si trasferì a Boves, in provincia di Cuneo, dove ha sposato un imprenditore e avuto un figlio.
Lo scooter è custodito in un autosoccorso di Cuneo dopo il sequestro della scorsa estate da parte della squadra mobile di Genova. La donna lo avrebbe portato da Chiavari a Boves, in provincia di Cuneo, e lo avrebbe tenuto in un box. Secondo gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potrebbero ancora esserci possibili tracce del delitto – dal cruento delitto sono passati tuttavia 25 anni. A destare sospetti, che secondo chi indaga all’epoca dei fatti furono sottovalutati, anche le telefonate a diversi avvocati di Cecere, il giorno prima della perquisizione nel suo appartamento e una chiamata a Marco Soracco, il commercialista presso il quale lavorava Cella: “Guarda che tu non mi piaci, mi fai schifo”.
Il movente ipotizzato (e presunto) è infatti quello della gelosia: secondo l’accusa Cecere si era invaghita del commercialista dopo averlo conosciuto a un corso di ballo e incrociato in discoteca. E avrebbe voluto prendere il posto di lavoro di Cella nello studio di Chiavari. L’arma del delitto non è mai stata ritrovata. Il caso è stato riaperto per gli studi (per la tesi di un master) della criminologa Antonella Pesce Delfino che ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari a quanto pare sottovalutati. Al vaglio anche alcuni bottoni trovati all’epoca in casa dell’indagata, che sarebbe uguali a uno trovato sotto il corpo della segretaria
Iscritti nel registro degli indagati anche Soracco, il commercialista, e sua madre Marisa Bacchioni. Per false dichiarazioni: secondo gli inquirenti avrebbero mentito sui reali rapporti tra il commercialista e l’insegnante. L’uomo, oggi 60 anni, è sempre stato prosciolto per l’omicidio. A fare riaprire il caso è stata la determinazione della criminologa Antonella Pesce Delfino, insieme all’avvocata Sabrina Franzone, che ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati.
Secondo la Procura, stando a quanto scrive La Stampa, nella Curia di Chiavari qualcuno conosceva dettagli rilevanti sul caso: il sostituto procuratore Gabriella Dotto ha interrogato infatti una decina di sacerdoti. Almeno un prete avrebbe confermato di aver avuto notizie nell’estate del 1996. I poliziotti stanno studiando di nuovo anche vecchie intercettazioni telefoniche.
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