Domani a Roma si vota per le suppletive della Camera e il fenomeno si chiama Roberto Gualtieri, in arte Wolf, risolve problemi. Professore di storia, vice direttore della Fondazione Istituto Gramsci, chitarrista. Poliedrico e talentuoso, il ministro dell’Economia, oggi candidato alle suppletive per il Collegio Roma1 della Camera per una coalizione con tutto il centrosinistra, è come l’enigmatico protagonista di Pulp Fiction: non molti lo conoscono, ma tutti sanno che all’insorgere di un problema, su di lui si può contare.
A lungo fuori dal mainstream della politica, ma politico di lungo corso, è stato in Europa dove ha fatto tre volte l’eurodeputato ed è stato dal luglio 2014 al settembre 2019 presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo. C’è chi lo ricorda a capo della Lega Studenti Universitari, l’associazione studentesca della Fgci romana di Nicola Zingaretti: era il più serio, “un secchione nato”, dice di lui Marco Simoni, presidente di Human Technopole, testimone di quel periodo. “Ma un secchione divertente, con la chitarra”. Un uomo di sinistra a tutto tondo, che poi ha seguito con marxiana coerenza un percorso di studio e di lavoro sempre defilato dalle polemiche. Fino a essere chiamato, con il Conte II, alla testa del dicastero più scomodo ma anche più strategico, a via XX Settembre. Oggi è candidato per il centrosinistra tutto: dal Pd a Italia Viva, dai Socialisti a Mdp-Articolo Uno, e Sinistra Italiana. Un arco ampio, come quello che in Emilia-Romagna ha sostenuto Bonaccini.
«Chi mi vota domenica darà un sostegno al lavoro che stiamo svolgendo per rilanciare il Paese, ma anche per dare più forza a Roma», dichiara Gualtieri al Riformista. Non è cosa di poco conto: la Capitale è sottorappresentata in Parlamento, dove i deputati romani sono 7 su 618 eletti in Italia, l’1.4%. «Ecco, io voglio rimettere Roma al centro». E per farlo sfodera il suo metodo, riassunto nel claim elettorale “La Forza Capace”, che fa il verso a quello che Seguelà coniò (vittoriosamente) per François Mitterand: “La Force Tranquille”. «Proviamo ad affrontare con serietà i problemi, che spesso sono complessi, e a risolverli. Siamo riusciti a portare a termine una manovra che sembrava irrealizzabile, adesso sono convinto che riusciremo a dare un sostegno ai settori economici e ai territori più colpiti dall’emergenza coronavirus».
Prosegue snocciolando le priorità, senza slegare mai Roma dal contesto nazionale: «Dobbiamo rilanciare il Paese, sostenendo Roma che ne ha bisogno, come l’Italia ha bisogno di una capitale dalla forte proiezione internazionale, capace di dispiegare la sua forza». Al Riformista confida di essere ottimista sul prossimo futuro: «Non vedo turbolenze a breve, nel governo. Siamo tutti impegnati ad affrontare questa difficile situazione. Non ci sono turbolenze perché i cittadini in questo momento non vogliono litigi ma responsabilità e impegno». Il messaggio a Matteo Renzi è recapitato: stia buono, si vince insieme e poi se ne parla.
«Stiamo facendo la campagna per Gualtieri con grande convinzione. Gualtieri è stato autorevolissimo nel rappresentare le esigenze del nostro Paese in Europa, ai tempi del governo di Matteo Renzi», ci dice Ettore Rosato, che troviamo davanti al Teatro Argentina, centro di Roma, intento a dare volantini davanti a un gazebo di Italia Viva. Da un lato c’è Roberto Giachetti che si sbraccia in una animata conversazione; da un altro Gennaro Migliore che arringa una piccola folla. Luciano Nobili dà disposizioni agli attivisti più giovani, che presidiano gli angoli della piazza. Tutto lo stato maggiore renziano è sullo stesso marciapiede, con il leader chiuso a Firenze per finire il libro. Lo scenario di cui tratterà il suo nuovo libro, La Mossa del cavallo, lo prova a anticipare per noi Rosato: «Chiunque abbia a cuore questo Paese ha l’esigenza di vedere unite le forze politiche, per affrontare da una parte l’emergenza sanitaria e dall’altra l’emergenza economica, che sarà più grave di quella sanitaria», dice Rosato.
«E su questo c’è bisogno di una sintonia tra tutte le forze politiche in Parlamento, come si è visto per il decreto sul coronavirus, approvato da tutti. Adesso dobbiamo mettere l’unità nazionale alla prova dell’emergenza economica. Quando le misure saranno portate, i cittadini sapranno apprezzare la capacità di stare insieme, e non di dividersi», delinea il coordinatore di Italia Viva. In quel momento arriva anche Maria Elena Boschi. «Sosteniamo Gualtieri che saprà ben rappresentare i cittadini di Roma. Ha dovuto fare una campagna elettorale un po’ particolare, con le emergenze di questi giorni. Già questa sera il Consiglio dei Ministri proporrà misure straordinarie per dare una mano ai settori colpiti. Per noi adesso il tema è affrontare l’emergenza coronavirus», taglia corto quando le chiediamo le prospettive del governo Conte.
Rimane che Gualtieri era stato uno dei nomi indicati da Matteo Renzi, quale eventuale garante di un governissimo. In un retroscena pubblicato dal Corriere lo scorso 13 febbraio, si parlava del disegno di Renzi per sostituire il premier Conte proprio con il titolare del ministero dell’Economia. «Italia Viva avrebbe stilato una lista di toto-nomi guidata da Roberto Gualtieri. L’uomo che Renzi considera ‘un ministro dell’Economia bravo ed equilibrato’, il Dem che ha inaugurato il suo mandato suonando Bella ciao». Chiediamo conferma di quella lista alla Boschi. «Non credo siano stati fatti nomi per il dopo-Conte, non mi risulta. Adesso dobbiamo concentrarci sulla chiusura della campagna elettorale e sull’emergenza coronavirus», conclude l’ex ministro per le Riforme.
Gualtieri è chiamato a togliere le macerie lasciate dal terremoto coronavirus, quando sarà passato. «Ma è bravo, vedrete che ce la farà e saprà essere un ottimo deputato», assicura Luigi Zanda, che è a Trastevere in piazza per una iniziativa elettorale Dem. La padrona di casa è Sabina Alfonsi, presidente del I municipio di Roma. «Andiamo verso elezioni importanti, per riprenderci il Comune di Roma. Serve una alleanza forte tra Parlamento e Governo, e avere un romano doc come deputato di Roma – dice Alfonsi – contribuirebbe a rafforzare la presenza della Capitale, che a livello nazionale è la grande assente». Ci sarebbe, per la verità, Zingaretti. E Bettini.
Due che conoscono Gualtieri da trent’anni e che sembrano pronti ad affidargli un testimone di peso. «L’assenza di una classe dirigente romana importante si è fatta sentire», dice ancora Zanda, che a Roma ha lavorato a lungo anche come Commissario per il Giubileo ai tempi di una giunta assai rimpianta, quella di Francesco Rutelli. «Se tutto va come speriamo, avremo un ministro dell’Economia che sarà il più forte e autorevole ambasciatore di Roma alla Camera e al Governo». Risolutore di problemi, poliedrico e flessibile, bravo con i bilanci, cultore di storia, romano doc. E capace di tenere unito tutto il centrosinistra, “da Che Guevera a Madre Teresa”. Sarebbe forse perfino un ottimo candidato Sindaco, a ben pensarci.
