Esteri
Il ‘modello’ Corea del Sud in difficoltà, Seul richiude bar e locali per un nuovo focolaio di Coronavirus
Sin dall’inizio della pandemia di Coronavirus è stata presa come punto di riferimento mondiale, ma la Corea del Sud sta faticando non poco nel ritornale alla normalità post-Coronavirus. La nazione che con la sua politica aggressiva di “contact tracing”, il tracciamento tramite smartphone dei contatti con casi positivi, e che per diverso tempo ha avuto un record di tamponi effettuati in proporzione alla popolazione, sta vivendo giorni complicati.
Il sindaco della caputale Seul, Park Won-soon, ha infatti ordinato la chiusura di oltre duemila tra bar e locali in città a causa dell’aumento significativo di contagi da Covid-19. In particolare il primo cittadino ha vietato assembramenti in locali, bar e luoghi di intrattenimento, e chi violerà sarà pesantemente multato.
Da settimane la Corea del Sud aveva fatto registrate un drastico calo del numero di nuovi casi positivi giornalieri, attualmente sono circa 11mila i casi positivi e poco più di 250 le vittime, ma la riapertura ha provocato problemi che sono un segnale anche per gli altri Paesi che stanno per affrontare una scelta simile.
Circa una cinquantina dei nuovi casi sarebbero legati ad un singolo uomo, un 29enne che nei giorni scorsi, in una sola notte, ha girato tra almeno cinque locali del quartiere Itaewon, cuore della ‘movida’ coreana. Anche grazie al tracking, le autorità sanitarie di Seul sono riuscite a ricostruire la catena dei contatti del 29enne, circa 5mila infatti sono state le persone che potevano avere avuto contatti con l’uomo. Il 29enne è risultato positivo mercoledì scorso, il 6 maggio, paradossalmente nello stesso giorno in cui il governo aveva invitato i cittadini ad uscire e a tornare alla vita, pur convivendo con il Coronavirus.
“La disattenzione può portare a un’esplosione di infezioni. E questo l’abbiamo visto chiaramente con le infezioni di gruppo dei club di Itaewon”, ha spiegato il sindaco Park Won-soon.
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