L’impatto della tecnologia israeliana sulla gestione idrica globale ha radici profonde nel visionario pensiero del presidente e Premio Nobel per la pace, Shimon Peres. Egli sottolineò che l’innovazione high-tech israeliana ha trovato le sue radici nell’agricoltura, dove la scarsità di terreni e risorse idriche ha spinto Israele a diventare un punto di riferimento nel settore agricolo mondiale. Per garantire una crescita significativa nel settore agricolo, si è riconosciuta l’essenzialità delle tecnologie legate alla gestione dell’acqua. Questa consapevolezza ha spinto Israele a intraprendere massicci investimenti in progetti di ricerca e sviluppo, destinando annualmente quasi il 6% del suo PIL a questo settore cruciale.

Questo impegno costante e determinato ha giocato un ruolo fondamentale nel posizionare Israele all’avanguardia nell’innovazione delle tecnologie idriche. Le soluzioni sviluppate vanno ben oltre i confini nazionali, influenzando positivamente la gestione delle risorse idriche su scala globale. Questa diversa mentalità rispetto all’approccio prevalentemente accademico italiano, che privilegia la ricerca finalizzata alla pubblicazione, rende fondamentali le collaborazioni e le interazioni tra Israele e l’Italia.

In particolare, l’esperienza israeliana nell’affrontare la scarsità di risorse idriche riveste un’importanza cruciale. In un paese caratterizzato da un clima prevalentemente arido e desertico, Israele ha sviluppato e implementato con successo strategie e tecnologie innovative per ottimizzare l’uso delle risorse idriche disponibili. Questa esperienza offre preziose lezioni e prospettive per l’Italia, che si trova a fronteggiare sfide simili legate alla gestione sostenibile delle risorse idriche. L’esperienza accumulata nel corso degli anni e il successo nel superare sfide uniche hanno reso Israele un leader mondiale nel settore idrico, offrendo un esempio prezioso per altri paesi che affrontano problemi simili. Israele si distingue nell’affrontare le sfide legate alla gestione idrica attraverso una combinazione sinergica di innovazione tecnologica, politiche governative lungimiranti e partnership dinamiche tra settore pubblico e privato.

Grazie alla costante implementazione di nuove tecnologie per il controllo della dispersione idrica, Israele ha conquistato una posizione di rilievo come uno dei leader mondiali nel rapporto tra acqua utilizzata e resa dei raccolti agricoli. Attualmente l’attenzione di alcuni partenariati tra Israele e Italia si concentra proprio sulla cruciale sfida della riduzione della dispersione idrica. L’esperienza e le soluzioni sviluppate da Israele potrebbero dimostrarsi decisive per alcune regioni italiane, offrendo modelli efficaci e innovativi per affrontare la sfida della gestione sostenibile delle risorse idriche.

La collaborazione tra università e centri di ricerca per lo sviluppo di tecnologie innovative rappresenta un’opportunità preziosa per il nostro Paese: il boicottaggio dei partenariati di ricerca e dei bandi scientifici con le università israeliane potrebbe avere conseguenze dannose e compromettere numerosi progetti cruciali per l’avanzamento tecnologico in diverse discipline, minando così lo sviluppo umano nel suo complesso. Una collaborazione più stretta tra Italia e Israele potrebbe rappresentare un passo significativo verso l’affrontare delle sfide legate alla gestione idrica, consentendo al nostro Paese di adottare tecnologie consolidate e innovative, frutto di anni di studi congiunti e finanziamenti governativi. Questi sforzi di ricerca, indipendenti da considerazioni politiche o nazionali, rispondono esclusivamente a criteri scientifici, offrendo soluzioni pragmatiche per le sfide idriche comuni.

In risposta alla crescente scarsità di risorse idriche, Israele ha investito considerevoli risorse nello sviluppo del settore dell’agricoltura di precisione, integrando tecnologie avanzate per ottimizzare l’uso delle risorse idriche disponibili. Le innovazioni tecnologiche “data-enabled” e “Internet of Things” hanno giocato un ruolo fondamentale nel consentire un controllo preciso del sistema idrico, consolidando la posizione di Israele come leader globale in questo campo. Dalle tecnologie dei sensori nel suolo ai droni robotici all’avanguardia, dalla creazione di piattaforme di controllo delle risorse all’irrigazione intelligente e all’analisi dei big data, Israele ha sviluppato una vasta gamma di soluzioni innovative per affrontare le sfide legate all’acqua, dimostrando una capacità straordinaria di adattare e applicare creativamente le conoscenze e le tecnologie sviluppate in contesti specifici a nuovi settori. Un esempio significativo di questo approccio è dato dai droni, originariamente concepiti per scopi militari al fine di garantire la superiorità del paese in ambito difensivo. Oggi questi stessi droni si sono trasformati nella chiave per lo sviluppo dell’agricoltura di precisione e del monitoraggio idrico per contrastare la desertificazione, offrendo soluzioni innovative e altamente efficaci.

Le imprese sviluppano innovazioni che spaziano dalla depurazione delle acque destinate al settore tessile mediante l’utilizzo di alghe al rilevamento di agenti patogeni negli impianti, offrendo soluzioni altamente specializzate e mirate.
Nonostante le evidenti opportunità offerte da queste tecnologie, sembra che alcuni partner scientifici italiani siano propensi a rinunciare a queste collaborazioni, evidenziando come il boicottaggio scientifico possa generare non solo impoverimento intellettuale ma anche economico. La mancata partecipazione a queste partnership potrebbe privare l’Italia di importanti opportunità di sviluppo tecnologico e innovazione, limitando così la sua capacità di affrontare le sfide idriche e di rimanere competitiva a livello globale.

Nel bando 2024-2026 per i progetti congiunti di ricerca tra Italia e Israele, una delle linee progettuali era focalizzata sullo sviluppo di tecnologie congiunte per la conservazione, il riciclo e il monitoraggio delle acque, settore cruciale per affrontare le sfide globali legate alla gestione idrica. Ma emerge un atteggiamento di cautela da parte della ricerca italiana nel partecipare a questa iniziativa, sollevando interrogativi sul possibile ritardo nel cogliere opportunità di innovazione cruciali, come quella rappresentata dal generatore atmosferico d’acqua. Questo dispositivo, capace di produrre acqua dall’aria, si configura come un esempio straordinario di innovazione tecnologica nel campo idrico. Con una capacità massima di produzione di 6.000 litri d’acqua al giorno, il generatore è attualmente impiegato non solo nelle municipalità israeliane per garantire un approvvigionamento idrico sicuro nei luoghi pubblici ma svolge anche un ruolo vitale nei numerosi villaggi africani, dove fornisce acqua potabile e sostegno all’irrigazione, contribuendo così a migliorare le condizioni di vita e la sostenibilità ambientale.

In aggiunta, abbiamo recentemente presentato ad alcune industrie tessili italiane una nuova tecnologia di purificazione delle acque reflue derivanti dalle attività di tintura dei tessuti. Questa innovazione, completamente biologica e naturale grazie all’utilizzo di alghe, rappresenta un significativo passo avanti nella sostenibilità ambientale del settore tessile. Tuttavia legare un eventuale boicottaggio politico a queste soluzioni innovative, risultato di collaborazioni accademiche e di ricerca, potrebbe significare non solo perdere un’opportunità di progresso tecnologico ma anche fare un passo indietro nell’assicurare un accesso sano e continuo all’approvvigionamento idrico, una necessità fondamentale per numerose popolazioni, sia in Italia che nel resto del mondo. Un simile boicottaggio potrebbe mettere a rischio non solo il benessere delle comunità locali, ma anche compromettere gli sforzi globali per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Israele, attraverso la sua leadership nel campo delle tecnologie idriche, ha dimostrato che l’innovazione può portare a soluzioni concrete e trasformative per le sfide idriche globali. In un mondo in cui la scarsità d’acqua è sempre più diffusa e grave, è essenziale che la comunità internazionale adotti un approccio collaborativo e aperto all’innovazione, abbracciando le opportunità offerte da soluzioni come il generatore atmosferico d’acqua e la tecnologia di purificazione delle acque reflue. In questo contesto è fondamentale che l’Italia, insieme ad altri paesi, si impegni attivamente a promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie idriche innovative e sostenibili, collaborando con partner internazionali come Israele per massimizzare l’impatto delle soluzioni e garantire un futuro migliore per le generazioni a venire.

Il boicottaggio politico delle partnership scientifiche e delle iniziative di ricerca con Israele rischia di essere controproducente e dannoso, poiché potrebbe privare l’Italia di preziose opportunità di apprendimento e collaborazione, limitando così la capacità del paese di affrontare le sfide idriche e di contribuire a una gestione sostenibile delle risorse idriche a livello globale. Israele continuerà comunque a generare innovazione e soluzioni in molti campi. Si spera che le istituzioni accademiche italiane non rispondano a questa minoranza, che si è annidata nel cuore delle istituzioni la cui missione dovrebbe essere lo sviluppo scientifico e culturale, annullandola.

Clelia Di Consiglio

Autore