Se non è un vero e proprio incidente diplomatico, poco ci manca. Tra Regno Unito e Grecia nelle ultime ore è scontro frontale e al centro delle accese discussioni ci sono gli antichi marmi del Partenone.
Lunedì sera, il premier britannico Rishi Sunak ha annullato a poche ore dall’inizio un incontro con Kyriakos Mitsotakis che si sarebbe dovuto svolgere ieri. Il faccia a faccia è saltato dopo che il premier ellenico, in un’intervista alla Bbc, ha avanzato la necessità di una restituzione alla Grecia dei preziosi marmi del tempio. Anzi. “Non è una questione di restituzione, le sculture appartengono alla Grecia e sono state rubate”, ha detto Mitsotakis, per cui anche l’idea di una possibile partizione sarebbe da escludere, tanto da paragonarla a “dividere in due la Gioconda”.
I resti del Partenone sono arrivati a inizio Ottocento a Londra, grazie al conte di Elgin, al tempo ambasciatore britannico nell’Impero ottomano. Le sculture furono prese con il consenso di Costantinopoli e in seguito acquistate dal British Museum.

Le frasi di Mitsotakis non sono state apprezzate dalle parti di Downing Street. Secondo il governo britannico, era stato deciso che la visita del leader ellenico nel Regno Unito non fosse occasione per discutere pubblicamente della questione dei marmi di Elgin. Sunak avrebbe rifiutato l’incontro all’ultimo proprio per questo motivo, anche se da fonti greche è stato smentito questo tacito accordo.
Al premier greco è stata spedita la proposta di un bilaterale da tenere con il vice primo ministro Oliver Dowden. Un atto che ha infastidito ancor di più lo stesso premier greco. “Non è una cosa che si fa. Stiamo cercando un precedente e non lo troviamo” ha detto il portavoce del governo greco Pavlos Marinakis, secondo cui la mossa di Sunak è stata “non solo irrispettosa nei confronti del primo ministro greco, ma anche del popolo greco”.

In realtà, negli ultimi due anni le trattative tra Grecia e Regno Unito riguardo i marmi di Elgin – oggi parte della collezione permanente del British Museum ma storicamente contesi tra i due Paesi – avevano fatto passi avanti. Per legge, il museo britannico non può restituire in maniera permanente le sculture alla Grecia e Sunak già a marzo aveva allontanato l’ipotesi di una modifica normativa. Proprio per aggirare il British Museum Act, approvato da Westminster nel 1963, si parlava con insistenza di una sorta di prestito o noleggio a lungo termine. Ora però sembra tutto naufragato.
E il motivo potrebbe essere banalmente politico: il conservatore Sunak punta a recuperare punti nei sondaggi, che lo vedono ben distante dai laburisti. Magari ergersi a difesa dell’importante patrimonio culturale di un’istituzione come il British Museum pensa possa servire.