Il Senato ci ripensa (per ora…) e sospende le torture a Del Turco

Per ora è solo una sospensione. Il consiglio di presidenza del Senato non se l’è sentita di confermare l’orrida misura di revoca della pensione a Ottaviano Del Turco ma, siccome non è composto da un gruppo compatto di cuor di leoni, non se l’è sentita nemmeno di revocare la revoca. Ha detto: approfondiamo. Pensiamoci bene. Per ora sospendiamo la revoca, poi a gennaio decideremo sulla base di informazioni più precise. Quali Informazioni manchino all’ufficio di presidenza del Senato è un mistero. I motivi per i quali un gran numero di giornalisti, intellettuali, politici, sindacalisti – seppure in contrasto con le idee di Marco Travaglio – si erano dichiarati indignati per la decisione della presidenza del Senato, erano molto semplici. Essenzialmente tre.

Il primo era l’incostituzionalità della misura di revoca della pensione. E cioè della disposizione-Grasso, cosiddetta, che stabilisce che un parlamentare che abbia subìto una condanna a più di due anni di carcere (per mafia, terrorismo o corruzione: se è omicidio, o stupro o strage non fa niente…) perde la pensione, anche se il reato per il quale è stato condannato è precedente alla approvazione della misura taglia pensioni. C’è un doppio aspetto di incostituzionalità. Il primo è la violazione di un diritto acquisito (la pensione), il secondo è la violazione del principio di non retroattività (articolo 25 della Costituzione). La Costituzione dice che mai si può punire una persona se non in forza di una legge in vigore al momento del reato. Non è che ci vuole un genio per capire che revocare la pensione è una punizione e non un premio e dunque che non si può revocare una pensione per un presunto reato commesso nel 2007 sulla base di una norma del 2012. Vabbé. tra le cause di ineleggibilità dei senatori non c’è la mancata conoscenza della Costituzione, e dunque, giustamente, molti senatori ne ignorano l’esistenza.

Il secondo motivo per contestare la decisione contro Del Turco sta nelle gravissime condizioni della sua salute. Ha avuto un cancro, ha un alzheimer in stadio molto avanzato, ha il Parkinson. Nessuno ha messo in discussione la sua cartella clinica, dunque quale accertamento serve?

Il terzo motivo è che pende in Cassazione una richiesta di revisione del processo a Del Turco, dovuta al fatto che – come ha spiegato Gian Domenico Caiazza su questo giornale -. non solo non esistono prove della colpevolezza di Del Turco, ma ne esistono parecchie sulla sua innocenza. E chi conosce la vicenda sa che Del Turco è rimasto vittima della vendetta di alcuni imprenditori della Sanità che – quando lui era presidente dell’Abruzzo – si erano viste tagliate convenzioni e spese inutili, con un grande vantaggio per le casse della regione ma un bel danno per i loro lauti profitti.

Poi c’è una quarta ragione, più discutibile, e comunque assai difficile da far capire all’opinione pubblica e ai politici di ultima generazione, ed è la biografia di Ottaviano Del Turco, che è stato negli anni passati – a occhio – tra i dieci sindacalisti più importanti della storia della repubblica, ed ha dato una grandissimo contributo alla maturazione della nostra civiltà. Dall’autunno caldo fino ai primi anni novanta. Solo che se vai, per esempio, da Di Maio e gli parli di autunno caldo o di gabbie salariali, quello probabilmente crede che stai parlando di meteorologia e di giardino zoologico.

Diciamo pure – comunque – che la terza e la quarta delle ragioni che abbiamo elencato hanno bisogno effettivamente di approfondimenti. La prima e la seconda – che sono dirimenti – non hanno bisogno di approfondimenti. Al consiglio di Presidenza del Senato era sufficiente chiedere un certificato medico e una copia rilegata della Costituzione italiana. Se avessero domandato ai commessi di procurargli questi due oggetti, li avrebbero ottenuti in pochi minuti, magari per fax, e avrebbero potuto poi risolvere definitivamente la questione.
Vabbé, non si può chiedere troppo alle istituzioni. E poi la burocrazia è burocrazia e ha i suoi diritti. Intanto prendiamo atto del fatto che il Senato ha accettato di fare un passo indietro. E’ importante. Serve a mantenere la speranza che viviamo in un paese molto pasticcione, altamente incompetente, ma, forse, ancora un po’ umano.