È riuscita a ricongiungersi con la sua madre 18 giorni dopo il parto, aspettando che la donna che l’aveva messa al mondo uscisse dalla terapia intensiva dove era entrata per le conseguenze del Coronavirus. È la storia di Emilia, la bambina nata lo scorso 16 marzo agli Spedali Civili di Brescia dalla mamma Mariangela: per la 34enne, come racconta l’Eco di Bergamo, portare avanti la gravidanza fino al termine previsto del 23 marzo sarebbe stato impossibile, così la piccola è nata in anticipo.

Pochi giorni dopo il parto mamma Mariangela,  un’insegnante di inglese originaria di Osio Sotto ma residente a Erbusco con il marito Paolo, è stata ricoverata in terapia intensiva, mentre il marito è stato posto in isolamento. La famiglia si è potuta ricongiungere solo 18 gironi, dopo il tampone risultato negativo al Covid-19.

Dopo il parto Mariangela non ha potuto neanche sfiorare la figlia: “L’ho sentita piangere, l’ho vista da lontano – racconta all’Eco di Bergamo – ma ero positiva e potenzialmente contagiosa: non ho potuto accarezzarla”.

Il risvolto positivo della vicenda è che la piccola Emilia non ha contratto il Coronavirus e, dopo che la madre è finalmente uscita dalla terapia intensiva dove era stata intubata, il 3 aprile scorso sono tornate a casa insieme, potendo festeggiare come una famiglia unita la Pasqua. “Nostra figlia è venuta al mondo mentre tutti, ma proprio tutti, si stavano occupando di noi e di lei. In ospedale chiunque mi ha aiutato, fatto forza, nessuno si è risparmiato: le puericultrici hanno coccolato nostra figlia per tre settimane, perfino chi si occupava delle pulizie mi chiamava per nome, mi faceva coraggio. I nostri vicini di casa cucinavano per Paolo, tutti i sacerdoti e gli amici pregavano per noi”, racconta dopo il passato pericolo Mariangela.

Avatar photo