Le carceri che esplodono. I detenuti dimenticati dallo Stato. Gli agenti della Polizia penitenziaria abbandonati dalle istituzioni. Siamo in campagna elettorale e i partiti hanno del tutto rimosso due temi: la giustizia e la riforma del sistema penitenziario. L’intera comunità detentiva, fatta anche di educatori e sanitari – nonostante siano pochi – è di fatto esclusa dal dibattito pubblico.
Eppure, quanto meno nel rispetto dell’articolo 27 della Costituzione, un radicale cambiamento che porti al rispetto del nostro Stato di Diritto sarebbe più che indispensabile. Ma una voce che ha rotto questo muro fatto di silenzio e indifferenza c’è stata. Ed è arrivata da un democristiano doc e soprattutto duro a morire (da un punto di vista politico). Stiamo parlando di Clemente Mastella che intervistato sul tema carcere e la piaga che lo caratterizza, ovvero il sovraffollamento, ha dichiarato: «Ci vuole l’indulto. È un atto costituzionale e cristiano. Recupera la dignità delle persone e dà meno ansia e frustrazione alla polizia penitenziaria che con dedizione e sacrificio è allo stremo».
Insomma, per il sindaco di Benevento, il cattolicissimo Stato italiano non si sta comportando in modo cristiano. La conferma arriva dai numeri: nelle carceri italiane ci sono circa 5mila detenuti in più (sono in 54.500mila rispetto ad una capienza prevista di 50mila). L’ultimo indulto c’è stato nel 2005 proprio quando Mastella era Ministro della Giustizia del secondo governo Prodi. E anche allora non mancarono gli attacchi e gli insulti da parte dei soliti giustizialisti e manettari. Forse tra loro e tra i protagonisti dell’attuale competizione elettorale ci vorrebbe proprio un po’ di spirito cristiano. Intanto Mastella ci prova. Ostinato cerca quei numeri che potrebbero dargli il giusto peso nel prossimo Parlamento.
