L’ultimo suicidio è di ieri ed è avvenuto a Piacenza. 52 anni, bergamasco, problemi psichiatrici. S’è impiccato. Il giorno prima si era ucciso un ragazzo, 25 anni, origini brasiliane, adottato da una famiglia torinese. Era accusato di avere tentato il 2 agosto una rapina ad un supermercato, armato di coltello. Incensurato. Aveva tentato il suicidio appena entrato in prigione, ma lo avevano salvato. Poi se lo sono dimenticato in una cella singola, lui ha infilato la testa in un sacchetto di plastica e si è lasciato morire soffocato.

Le notizie arrivano con difficoltà a noi del mondo libero. Per fortuna c’è il Garante delle persone detenute che riesce ad informare. Salvini voleva abolire questa istituzione – il garante – per fortuna poi sono arrivati Draghi e Cartabia. Comunque informare serve a poco. Pensate che a qualcuno freghi qualcosa – nel mondo politico, nello Stato, nelle direzioni dei giornali – di quattro disgraziati che si impiccano o si uccidano col gas?

E poi – scusate eh – ma a voi pare ragionevole che i partiti politici che c’hanno tanto da fare a cercare qualche promessa impossibile da offrire agli elettori, possano perdere tempo su un problema che se solo lo sollevi ti prendi tanti di quegli improperi che di sicuro in 24 ore perdi tre o quattro punti in percentuale per il tuo partito?

Restano i radicali, benedetti radicali, benedettissimi figli e orfani di Marco Pannella, che da anni stanno lì e le carceri non le mollano. Ieri notte Rita Bernardini ha iniziato un nuovo digiuno. Proprio come quelli che faceva Marco e prima di lui Gandhi. Si è rivolta ai partiti e al governo e ha scritto quattro richieste. Alcune da esaudire subito, altre da far diventare un impegno per la campagna elettorale. Compresi indulto e amnistia. Dai, Rita, chissà, ne hai perse molte di battaglie tu, ma ne hai vinte tante e impensabili. Dai, Rita, dai, dai…

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.