Francesco Iovino è il quarto detenuto a togliersi la vita in carcere nella Regione Campania dall’inizio dell’anno, il 48esimo a livello nazionale. Una strage silenziosa, ancora più silenziosa in piena campagna elettorale. Francesco era ristretto a Poggioreale, carcere di Napoli, per piccoli reati con fine pena nel 2024. Non ce l’ha fatta. Si è tolto la vita domenica scorsa nel reparto Sai (Servizio Sanitario Integrato) dell’istituto penale. A diffondere la notizia una nota congiunta del Garante dei detenuti campano Samuele Ciambriello e del Garante di Napoli Pietro Ioia. La settimana scorsa, sempre in Campania, si era tolto la vita in cella un altro detenuto, impiccandosi.

La salma di Iovino è stata trasporta al II Policlinico per l’autopsia. Il magistrato di turno si era recato stesso domenica presso il carcere. Iovine aveva 43 anni. È il 48esimo detenuto a togliersi la vita in cella dall’inizio dell’anno. La settimana scorsa presso l’Istituto di pena di Arienzo, in provincia di Caserta, si era tolto la vita Sossio Cicchiello. Una strage, quella dietro le sbarre, che ha intrapreso un’allarmante accelerazione nelle ultime settimane. “47 morti suicidi, più o meno è il numero delle esecuzioni capitali in un anno in tutti gli Stati Uniti. Chiamatele pure carceri, se volete, prigioni, reclusori. Sono bracci della morte, sono patiboli. Il carcere così non ha nessun senso. È solo uno strumento di vendetta, per dare un po’ di gusto ai “buoni”, alle persone legali, per soddisfare i forcaioli, per mettere al sicuro le pulsioni repressive dei partiti. Ma la civiltà? Il diritto? Si faccia fottere la civiltà. Specie sotto elezioni”, scriveva in un editoriale di qualche giorno fa il direttore de Il Riformista Piero Sansonetti.

Francesco Iovino, hanno fatto sapere i due garanti, era stato ristretto a Poggioreale a partire dal novembre 2021, nel reparto per gli ammalati. “Era anoressico, pesava 43 kg. Durante la sua permanenza più di una volta era stato portato per visite specialistiche al Cardarelli. Rifiutava spesso la nutrizione parenterale. Questo drammatico evento ci ricorda che il carcere è lo specchio della società. Ogni suicidio in carcere è una nostra sconfitta, una sconfitta della società e delle istituzioni a vari livelli. Occorre prevenire, intervenire prima, rilevare eventuali segnali di disagio e sofferenza emotiva in correlazione con un rischio suicidario. Intanto il carcere uccide. Continua il malinteso populista della certezza della pena e della certezza della galera. Domenica pomeriggio, mentre soccorrevano Francesco, dal carcere hanno chiamato il 118: l’autoambulanza è arrivata dopo 40 minuti”.

“In una Regione che conta 6.660 detenuti – osserva il Garante Ciambriello nella sua nota – di cui ben 2.181 sono a Poggioreale, la mancanza di educatori (in Regione ce ne vorrebbero 105 ma ce ne sono solo 70 e a Poggioreale ne sono previsti 19 ma ce ne sono solo 9), si affianca alla mancanza di medici di reparto, di figure sociali di psicologi e psichiatri. Oggi a Poggioreale per più di 2000 persone era presente un solo psichiatra. Questo dimostra che il Ministero della Giustizia ed il dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, vivono la ‘politica dello struzzo’. Una politica cinica e pavida, spesso incompetente ed opportunista: non parla nei suoi programmi né di giustizia, né di carceri, ed i segretari di partito restano con il pallottoliere a fare i loro conti. Faccio un appello alla magistratura di sorveglianza, sia per i permessi premio, sia per le misure alternative, anche per evitare ulteriori tragedie come quelle di Francesco, va inoltre segnalato che ci sono 1122 (sui 6.660 detenuti in Campania) detenuti in attesa di giudizio, anche per reati non gravi. C’è dunque un abuso della misura cautelare in carcere”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.