Sossio, 50 anni, di Frattamaggiore, ha deciso di togliersi la vita impiccandosi. Lo ha fatto mentre era in carcere ad Arienzo, in una notte di mezza estate, solo nella sua cella. La sua morte si aggiunge a quella di altri 44 detenuti che dall’inizio del 2022 hanno deciso di togliersi la vita. Una vera strage che sta avvenendo dietro le sbarre: in soli sette mesi sono già 46 le persone che hanno deciso di farla finita nelle carceri italiane. E potrebbero essere ancora di più se si contano anche le morti in carcere su cui sono ancora in corso le indagini. Ancora un suicidio in queste calde carceri italiane. In mattinata si è tolto la vita un giovane di 26 anni recluso nell’istituto penitenziario di Frosinone. Lo riferisce l’associazione Antigone che ricorda come quello di oggi sia il quarantaseiesimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno. Il ragazzo era in attesa di essere trasferito nel carcere romano di Rebibbia.

La morte di Sossio è avvolta nel mistero. A darne notizia è Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Campania. “È il terzo suicidio in Campania dall’inizio dell’anno, in Italia si è arrivati a 46 – ha detto il garante dei detenuti della Campania – Ci potremmo domandare il perchè il detenuto Sossio di 50 anni ha deciso di togliersi la vita in un carcere piccolo di dimensioni, in una cella singola. Qui era arrivato il 9 luglio da Poggioreale. Ci potremmo fermare alle responsabilità di singoli o responsabilità collettive, ma occorre andare oltre. Il carcere, luogo senza senso e a volte senza elementi relazionali per riprendersi la vita, subisce i rumori populisti delle persone e il populismo politico, alla rincorsa del consenso. E se ci aggiungiamo che non sono evidenti nemmeno i timidissimi provvedimenti deflattivi disposti dal Governo, allora la frittata è fatta”.

Un suicidio avvolto nel mistero perché il carcere di Arienzo è più piccolo, meno affollato e lì ci sono tante attività. “Sossio doveva scontare un reato piccolo, su di lui c’era attenzione. Ma forse la sua fragilità ha prevalso”. La salma, posta sotto sequestro, su disposizione dell’autorità giudiziaria è stata oggi trasportata all’obitorio dell’ospedale di Caserta, dove lunedì prossimo avverrà l’autopsia. In Italia, dall’inizio dell’anno ad oggi, sono 79 i decessi all’interno delle carceri; 8 di questi sono avvenuti in Campania e per due di questi la magistratura ha aperto un’inchiesta per accertarne le cause. “Non sappiamo cosa sia successo e perchè Sossio abbia deciso di togliersi la vita – dice Emanuela Belcuore, garante dei detenuti di Caserta – Potrebbe aver avuto dei problemi personali. Poi il caldo toglie l’aria. Certo è che d’estate i suicidi in carcere aumentano”.

Conclude così il Garante Ciambriello: “Proprio ad Arienzo, insieme al Garante della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, abbiamo potuto apprezzare buone prassi trattamentali sia all’interno dell’Istituto che all’esterno, attraverso la possibilità di lavoro per i detenuti. Noi Garanti volgiamo la nostra azione non solo per denunziare quello che non va, le compressioni dei diritti e delle garanzie dei detenuti, ma incoraggiamo e a volte promuoviamo azioni di prevenzione, progetti di solidarietà, di inclusione sociale per una pena costituzionalmente orientata. e per un carcere dove tutti i presenti, compresa la polizia penitenziaria, le direzioni, gli operatori socio-sanitari e i volontari si sentano uniti da un patto di responsabilità. Intanto si continua a morire di carcere e in carcere”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.