Una politica europea dei migranti non c’è, nè ci può essere, perché gli Stati membri si sono tenuti gelosamente i dossier nelle loro mani e la Commissione Europea non ha nessuna competenza in materia. Lo scontro diplomatico tra Francia e Italia di queste ore “è incomprensibile e non è affatto un bel vedere. La gente si muoverà sempre di più per sfuggire a guerre, carestie, stupri. Quindi facciamo un braccio di ferro su chi ne accoglie di più?” Sulle politiche dell’immigrazione, insomma, “in questo governo vince la linea Salvini”.

Emma Bonino, storica leader radicale, è stata Commissario europeo, Ministro per le politiche europee nel governo Prodi e Ministro degli Esteri nel governo Letta, più volte parlamentare e deputata al Parlamento europeo. Una intera vita dedicata alle battaglie per i diritti civili e sociali e le libertà individuali. Con i socialisti, insieme a Marco Pannella, ha condotto battaglie di laicità come quella per il diritto delle donne all’aborto, il divorzio (con lo storico Referendum sulla Legge Fortuna-Baslini) la legalizzazione della cannabis, una “giustizia giusta”, contro il sovraffollamento delle carceri. Una “disobbedienza civile” che nasce mezzo secolo fa e non cessa. E che anzi, con questo governo che “sul piano dei diritti farà passi indietro”, torna ad essere necessaria.

Quali conseguenze produrrà a suo avviso sul piano diplomatico lo scontro tra Francia e Italia sulla accoglienza e collocazione dei migranti?
Non ho la palla di vetro. Non si capisce perché sia scoppiata questa rissa diplomatica, tra l’altro su un dossier abbastanza opaco. Per esempio io continuo a non trovare da dove esca questa cifra di 3500 persone che la Francia sarebbe impegnata ad accogliere. In ogni caso non è un bel vedere. Sul dossier migranti, chi è innocente scagli la prima pietra: la Francia può dare uno sguardo a cosa fa a Ventimiglia piuttosto che a Calais. E non mi sembra il modo di condurre una politica destinata a stare con noi. Come ha detto Grandi e come conferma l’associazione Migrantes, la gente si muoverà sempre di più per sfuggire a guerre, carestie, stupri. Quindi facciamo un braccio di ferro su chi ne accoglie di più?

E l’Europa?
La Commissione Europea non ha nessuna competenza su questa cosa. Ce l’hanno gli Stati membri ma ognuno va per sé. Una politica europea dei migranti non c’è, né ci può essere perché gli Stati membri si sono sempre tenuti gelosamente i dossier nelle loro mani. Solo se si modificheranno i Trattati, dando competenze alla Commissione europea sulle politiche migratorie si potrà “pretendere” che sia l’Europa ad occuparsene; fino ad allora è solo propaganda antieuropea.

Con questo clima ostile e toni muscolari usati dal governo italiano, c’è il rischio isolamento del nostro Paese in Europa?
Mi sembra che il governo italiano sia molto irritato dalla decisione unilaterale della Germania di stanziare 200 miliardi per ovviare ad alcune crisi. Anche qui, per una materia su cui l’UE non ha competenza e ogni Stato membro può decidere autonomamente. Ora si apre questa crisi diplomatica per me incomprensibile perché stiamo parlando di qualche migliaia di persone da ricollocare. Di cosa parliamo? Le persone salvate dalle Ong sono meno del 10% di quelli che sbarcano in Italia o in Europa. E cosa vogliamo fare, fucilarli? O chiamarli “un carico residuale”? Ho l’impressione che si stia “perdendo la trebisonda”. La signora Meloni ha dichiarato che trova bizzarro che i medici abbiano ritenuto essere fragili tutte le persone dell’Ocean Viking. Ci provi lei a fare settimane nel deserto o in qualche prigione libica, o in mare con l’acqua alta.

Lei è d’accordo con chi dice che di fronte al caro bollette e l’inflazione galoppante, la destra utilizzerà i diritti e le minoranze come bersaglio facile per distrarre il Paese da situazioni complicate da risolvere?
Il governo non farà certo passi avanti sui diritti nell’ottica che auspichiamo noi. Semmai li farà indietro. Penso anche ad esempio alla legge sull’aborto: non è che si creerà un dibattito pubblico trasparente in parlamento, ma la destra cercherà semplicemente, ad esempio sulla 194, di far rimanere quella legge inapplicata in molte sue parti, come già accade adesso. Mi pare questo l’andazzo.

Dalla campagna elettorale alla prova del Governo su molti temi l’esecutivo ha cambiato marcia. Penso ad esempio al tema della giustizia. Si pensava che il Ministro Nordio fosse un liberale che avrebbe assicurato una giustizia più giusta e invece…
Lo sapevamo già, aldilà della persona, la compagine di governo ha un’agenda fortemente reazionaria. Cosa ci aspettavamo? Sugli immigrati va avanti la linea Salvini. Sui diritti non se ne parla proprio. E sulla giustizia c’è un approccio ‘panpenalista’.

Per armare l’opposizione, le forze democratiche, socialiste, europeiste, da cosa devono cominciare?
Si comincia intanto dallo smetterla di litigare al proprio interno. Ho molto rispetto per il dibattito interno del Pd, come di quello di tutti gli altri partiti. Ma mi pare che ci siano due scadenze importanti, le regionali in Lombardia e nel Lazio; si dovrebbe insomma iniziare da una opposizione coordinata. So cosa fa Più Europa,  non so cosa fanno gli altri.

Cosa fa Più Europa, per esempio?
Gli unici due eletti alla Camera dei Deputati, Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi,  riprenderanno le proposte di legge sui diritti e sui diritti elettorali, a cominciare dalla raccolta delle firme via Spid. Continueranno a fare un’opposizione seria e rigorosa, senza indietreggiare di un centimetro. Spero si uniscano anche gli altri partiti di opposizione.

Questione elezioni regionali. Lombardia: Pd e Terzo Polo avrebbero potuto trovare un accordo sul nome di Cottarelli. Candidando Moratti, il Terzo Polo, ha voluto giocare a spaccare entrambe le coalizioni come alcuni osservano?
Più Europa aveva aperto un dialogo con Cottarelli. Io avevo parlato con Letizia Moratti dicendole che Più Europa non aveva ancora iniziato a riflettere sulle candidature dopo la campagna elettorale. E poi vedo che la candida Calenda. Non so se ne ha discusso con qualcuno, con noi certamente no. Ma come fai a coordinare l’opposizione, se ognuno va per i fatti suoi, nei tempi e nei modi…

E nel Lazio? Come si comporterà Più Europa?
Non lo so, non so neanche che partita giochino gli altri. Non è che viviamo su Marte, tu ti immergi anche nel contesto politico dove stai.

Una donna simbolo della difesa delle libertà e dei diritti, cosa pensa della polemica sul linguaggio di genere? Mi riferisco a Giorgia Meloni che chiede di essere chiamata “il Presidente” e l’opposizione che è insorta…
Io penso che il linguaggio evolva. A me non piaceva essere chiamata Ministra perché l’assonanza con la Minestra era troppo forte. La ‘signora Ministro’ mi andava benissimo. Ognuno farà come ritiene, non è che il linguaggio è scritto per tabulas, che lo dica la Crusca non è importante.

Quindi è una questione di linguaggio e non di diritti…
Non esageriamo. I diritti sono una cosa seria e non credo che l’utilizzo del femminile avrebbe denotato un approccio “femminista” dell’attuale Presidente del Consiglio.