“Francesco, Pietro l’hai salvato tu, è fuori pericolo e ha chiesto di te, il miracolo l’ hai fatto, ora sei il mio angelo tra gli angeli, voglio pensarti vicino a papà in un mondo che sarà decisamente migliore di questo. Ti amerò per sempre”. Così Libera Mazzacane, zia di Francesco Mazzacane ha annunciato sui social la notizia che Pietro Caputo, compagno del nipote, si è risvegliato dal coma. E il primo pensiero del ragazzo è stato proprio per il compagno Francesco. Ma nessuno gli ha ancora detto che non c’è più.

Francesco Mazzacane, 24 anni, di Torre del Greco e Pietro Caputi, 22 anni , di Torre Annunziata, vivevano nell’appartamento del Residence Linate di Segrate. Una fuga notturna di monossido di carbonio li ha sorpresi mentre dormivano. E così Francesco ha perso la vita. Pietro invece era in gravi condizioni, in coma da 5 giorni. Poi la lieta notizia che ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla famiglia del giovane. Secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, quando Pietro ha aperto gli occhi la prima cosa che ha fatto è stata chiedere di Francesco. Nessuno ha trovato le parole per dirgli che è morto. Le sue condizioni restano molto gravi.

Poche settimane fa Francesco aveva trovato un lavoro a Milano nella grande distribuzione. Pietro lo aveva seguito e lo aveva raggiunto con la speranza di trovare a sua volta un lavoro. Poi quella drammatica notte e la fuga di gas che ha stroncato la vita di Francesco e ridotto in condizioni critiche Pietro. La vicenda dei due ragazzi ha commosso l’Italia intera anche per il clamoroso scambio di identità tra i due da parte dei soccorritori. In un primo momento, infatti, ai familiari era stato detto che il morto era Pietro. Il giorno successivo la madre di Francesco, arrivata in ospedale per visitare il figlio, si era resa conto dello scambio, dovuto, a quanto pare, al fatto che accanto a Francesco ci fossero i documenti del compagno.

I due ragazzi si volevano molto bene e avevano tutta la vita davanti per essere felici. Le indagini chiariranno cosa è successo in quella stanza. Secondo quanto riportato da Repubblica, l’inchiesta della procura di Milano vede indagato il titolare della struttura: i carabinieri, coordinati dal pm Luigi Luzi, puntano a capire quale sia stata la causa del malfunzionamento della caldaia acquistata due anni fa e, parrebbe, regolarmente manutenuta. Le indagini sulla caldaia stessa, da svolgersi nei prossimi giorni, forniranno ulteriori dettagli. Così come l’esito dell’autopsia sul corpo di Francesco Mazzacane, disposta ma non ancora eseguita. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano, nei giorni precedenti quella drammatica notte i due ragazzi erano finiti in ospedale accusando malessere. Francesco ci era tornato almeno due volte dimeessi per cefalee e una presunta intossicazione alimentare. La seconda volta anche Pietro si era fatto visitare con gli stessi sintomi. Si dovrà accertare, ora, se questi fossero in realtà dei sintomi di inalazioni da monossido di carbonio che già si sprigionava nella stanza dove i due giovani dormivano.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.