La guerra per procura
La bufala del secolo sulla guerra in Ucraina
Il concetto di guerra per procura, applicato agli ucraini in lotta per la libertà, è brutalmente offensivo. Ed è anche falso e bugiardo. I complessisti, avvezzi a ogni complessità, non si avventurano nei meandri di questo concetto. Forse perché gli piace stiracchiarlo. Gli ucraini sarebbero burattini manovrati da un gran burattinaio, gli USA. Non evocano, i complessisti, il mitico Mangiafuoco di Pinocchio: burbero, sì, ma generoso col burattino più celebre al mondo, al quale regalerà cinque preziose monete d’oro. Non sia mai! Gli americani sono crudeli, getteranno nella mischia i loro burattini ucraini, dal primo all’ultimo.
Non c’è colpa più grave, in tutti i campi del sapere, dell’opacità concettuale. Cos’è, la procura? È un negozio giuridico unilaterale con il quale una persona conferisce a un’altra il potere di rappresentarla. Il procuratore legale è l’avvocato che ti difende in tribunale. Chiaro, no? Gli ucraini sarebbero i procuratori speciali degli USA, combattono su commissione, privi di autonomia. Unilaterale significa che conta la volontà di una sola parte, qui quella americana. Né avrebbero, gli ucraini, alcun interesse soggettivo, che so io, la difesa della loro Patria. Manipolato così, il concetto di guerra per procura è slabbrato, inservibile. Applichiamolo con rigore: se io, Stato X, assoldo fra i miei cittadini un gruppo di mercenari per combattere le mie guerre sporche in Paesi stranieri, ecco che questa categoria casca a fagiolo: io, Stato X, non combatto ufficialmente, non voglio farmi trascinare in beghe e ritorsioni. I mercenari, sotto false bandiere, agiscono per conto mio, o per vile denaro, o per nazionalismo aggressivo. Se invece viene attaccato uno Stato democratico, provvisto di un esercito regolare, l’idea di procura è insensata. L’aggredito si difende mobilitando i suoi soldati ed eventuali milizie d’appoggio – alla luce del sole. E, da che mondo è mondo, chiede aiuto per non soccombere.
Supponiamo che quella ucraina sia davvero una guerra per procura. Ebbene, perché ai complessisti alcuni dei conflitti che ricadrebbero in questo concetto vanno a genio, altri gli stanno sul gozzo? Ciò che scatena gli attacchi di bile, evidentemente, è la divisa del procuratore e/o la bandiera di colui che gli ha affidato la combat mission. Volo d’uccello su due guerre: a) la lotta partigiana in Italia: gli angloamericani la foraggiarono con armi paracadutate e con intelligence (agenti segreti ecc). L’avrebbero combattuta fino all’ultimo burattino italiano, ops, partigiano. Nonostante le ingenti perdite civili. b) L’altra, più tremenda, la combatterono i russi e gli ucraini sulla loro terra, dal 1941 al 1943. Stalin voleva che si aprisse subito un secondo fronte europeo, gli angloamericani nicchiavano, però alimentarono l’Armata rossa con una valanga di mezzi di trasporto essenziali per le offensive del ’44 e del ’45. Gli USA l’avrebbero combattuta, quella guerra, fino all’ultimo burattino slavo, ops, soldato sovietico.
Eccolo, il comun denominatore: c’è un aggressore e c’è un aggredito, e colui che conferisce il mandato a rappresentarlo sui campi di battaglia – l’America – aiuta materialmente un procuratore eroico, che lotta a casa sua. Film che, a rigor di logica, si ripeterebbe con l’Ucraina nel 2022. C’è un però: manca, qui, un’idea chiave della procura, l’unilateralità. Partigiani italiani, soldati sovietici e ucraini al giorno d’oggi hanno un interesse soggettivo e sono animati da una volontà ferrea: preservare la loro libertà e indipendenza. Le sinistre, nel 1939-45, non chiedevano a chi subiva un’invasione criminale di deporre le armi, al fine di evitare escalation e vittime civili, né suggerivano agli angloamericani di cessare gli aiuti militari alla parte lesa. In Italia la concordia nazionale sotto occupazione nazista la chiedeva soltanto la Repubblica Sociale di Mussolini. Un burattino carognesco, lui sì, nelle mani del burattinaio Adolf Hitler.
© Riproduzione riservata




