Economia
La finanza come diritto: perché è un pilastro della democrazia
Nel suo saggio “Denaro”, lo storico della finanza William Goetzmann racconta come il denaro sia non soltanto uno strumento economico, ma anche una tecnologia sociale. Una costruzione culturale che ha permesso all’uomo di organizzare il futuro, gestire la complessità e costruire fiducia. La finanza, dunque, è molto più che numeri e mercati: è un linguaggio condiviso, un sistema di relazioni e regole in grado di plasmare la vita delle persone.
In questo senso, la consapevolezza del valore della finanza si fa elemento costitutivo di un diritto che emerge nella sua peculiare importanza.
Del resto, il sistema offre un fondamento normativo all’emersione di questo discorso: la Costituzione repubblicana all’articolo 47, tutela il risparmio in tutte le sue forme. Occorre oggi evidenziare che il diritto al risparmio si rafforza e si realizza compiutamente con il profilo speculare che consiste nella conoscenza degli strumenti per gestirlo. L’educazione finanziaria diviene allora parte integrante della cittadinanza democratica.
Lo sforzo cui si è chiamati è innervare di effettività questo “nuovo “diritto per superare lo smarrimento che spesso pervade coloro che si imbattono in concreto nella necessità o nella volontà di agire nel variegato e spesso sconosciuto mondo della finanza .
In Italia, lo strumento finanziario di debito più utilizzato è il mutuo ipotecario. È il mutuo che ha permesso a milioni di famiglie di acquistare una casa, in un Paese dove l’immobiliare è ancora percepito come un affare sicuro “a prescindere”, anche perché non si vedono mai le perdite sul breve periodo. Ma questa convinzione, se non accompagnata da consapevolezza finanziaria, può diventare una trappola.
L’analfabetismo finanziario resta una barriera sostanziale soprattutto per i ceti più deboli ai quali occorre offrire efficienti opportunità di accesso. E qui nasce la sfida del linguaggio: la finanza deve uscire dall’autoreferenzialità e diventare patrimonio comune. Serve una grammatica finanziaria semplice, concreta, capace di connettere i concetti economici alla vita reale delle persone.
In questo quadro, l’educazione finanziaria deve diventare anche un pilastro del l’istruzione scolastica e del welfare aziendale. Perché la salute psicologica passa dalla sostenibilità finanziaria, che è figlia di scelte informate e consapevoli.
Investire nella formazione economica dei dipendenti significa costruire organizzazioni più stabili, motivate e resilienti.
Questa sfida, indicata anche dal Governo nella strategia nazionale per l educazione finanziaria, è il punto di partenza per creare un nuovo linguaggio dell’economia per rendere la finanza più comprensibile, inclusiva e vicina alla vita delle persone.
In un sistema paese nel quale l’ascensore sociale è fermo da anni, rendere la finanza comprensibile è una battaglia culturale e civile. L’educazione finanziaria è uno strumento di libertà. Ed è tempo che venga riconosciuta come tale.
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