Non dimentichiamoci dei video agghiaccianti
La Florida scioglie i gruppi universitari pro-palestina, giusto l’ordine di DeSantis? Sì, sacrosanta decisione del governatore È la fine dei giochi da “bambini viziati”
Nel Sì&No del giorno del Riformista, spazio al dibattito sulle disposizioni del governatore della Florida in merito al conflitto in Israele. La Florida scioglie i gruppi universitari pro-palestina, giusto l’ordine di DeSantis? Le ragioni del “sì” sostenute da Andrea Ruggieri. Quelle del “no” da Aldo Torchiaro, giornalista.
Di seguito l’intervento di Andrea Ruggieri
L’America è la Nazione migliore al mondo: la più liberale, quella con maggiore mobilità sociale, quella fondata su sogni e opportunità’ riservati a chiunque, e su una grandissima medietà che porta avanti una Nazione fondata sul lavoro. Ma da un po’ è pervasa da una ventata di politicamente corretto, un pensiero debole e ipocrita, che ne sta incrinando le solidissime fondamenta. In nome di una malintesa uguaglianza, riserva nei Cda delle aziende e nelle borse di studio universitarie, alcuni posti alle minoranze etniche. Con il che accade che sei iscritto alla prestigiosa università di turno non per merito, ma per appartenenza etnica.
E’ la negazione della meritocrazia su cui e’ fondata l’America stessa. Non bastasse, non essendo, assai spesso, questi studenti meritevoli, giacciono in fondo a ogni graduatoria di rendimento scolastico, dopo aver rubato il posto a persone che, a prescindere dall’etnia, se lo meritavano assai di più. E sono proprio questi borsisti ‘ladri’, che anziché esaltare le opportunità che la patria dell’Occidente moderno riserva loro, persino in maniera troppo generosa, si lanciano in manifestazioni ridicole, dominate da pensierini qualunquisti, terzomondisti e pauperistici, contro Israele (che ha la colpa di essere una democrazia ricca, che grazie al suo esercito si difende dall’assedio di Stati e network del terrore che da sempre ne volgiono l’eliminazione fisica definitiva, al pari di quanto voleva a suo tempo Hitler) e a favore della Palestina (assai più arretrata, e ostaggio di orripilanti terroristi). Indifferenti al fatto che Hamas sia un’organizzazione terroristica al pari della distrutta Al Qaeda, e che abbia appena fatto 1500 morti in Israele puntando civili a caso, stuprando donne sul cadavere del loro marito o fidanzato ucciso, ammazzando bambini inermi (e non come danno collaterale a un’azione militare, ma come obiettivo primario di un’azione terroristica), e sgozzandoli, questi ragazzotti sfilano nelle Università più prestigiose e fricchettone degli Stati Uniti gridando: “Free, free, Palestine”, bruciando bandiere israeliane e definendo il governo dello stato ebraico responsabile dei suoi stessi morti (per mano dei terroristi).
Dimentichi dei video agghiaccianti, che io peraltro manderei in onda a loop, cosi che si capisca di chi e di quale livello di odio parliamo, a corredo di un attacco terroristico che per proporzioni e’ superiore all’11 settembre, questi deficienti offrono la sponda americana all’antisemitismo islamico, e sono una manna dal cielo per Hamas, che in loro vede dei megafoni utili a incrinare le nostre opinioni pubbliche. Quasi ovunque, da Harvard a Stanford, da New York a Berkeley, ma non più in Florida. Perché quel gigante dalle idee chiare del Governatore Ron Desantis ha detto basta: “Fine delle manifestazioni pro Palestina (e Hamas) nei nostri atenei”, e tramite il responsabile del Sistema delle università Statali, Ray Rodrigues, sciolto tutti i gruppi che fanno capo alla National Students for Justice in Palestine (Sjp), che ha dichiarato di far parte dell’Operazione alluvione al-Aqsa e qualifica gli attentati come gesti di resistenza.
Peccato che in Florida la legge qualifichi come reato il fornire ‘supporto materiale consapevole a un’organizzazione terroristica straniera. Fine dei giochi da bambini viziati e ignoranti. Sacrosanto, anche per una questione logica prima che politica: chi in queste manifestazioni, che seguono un attacco terroristico e precedono la legittima risposta militare israeliana, difende la Palestina senza attaccare Hamas stabilisce, egli, un’equivalenza tra Hamas stessa e la Palestina; tra un terrorista e un palestinese. Dovrebbe, se davvero volesse manifestare a favore dei cittadini palestinesi, ostaggio di Hamas che li rappresenta cosi male, e li usa come scudi umani, aggredire verbalmente proprio quelle merde di Hamas. Invece la definisce ‘resistenza’. Perché per loro, non per noi, Palestina=Hamas. Bella roba. Grande Ron. Ci vediamo a Natale
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