Il conflitto tra Russia e Ucraina ha raggiunto dimensioni ‘stellari’. Il coinvolgimento infatti della Stazione Spaziale Internazionale nella propaganda del Cremlino è una delle novità odierne. È stato infatti Dmitry Rogozin, direttore generale dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, ad evocare il rischio che l’ISS possa cadere per effetto delle sanzioni internazionali disposte contro Mosca.

Tramite il proprio profilo Twitter in russo, dove Rogozin pubblica contenuti della propaganda bellica russa, il capo di Roscosmos ha lanciato una sorta di appello: “Roscosmos ha inviato richieste scritte a Nasa, Canadian Space Agency e Esa per rimuovere le sanzioni illegali verso le nostre aziende”.

Nel tweet c’è quindi una mappa in cui vengono evidenziate tutte le porzioni della Terra che di solito sono sorvolate dalla Stazione spaziale internazionale e dove eventualmente dovrebbe cadere l’ISS.

Per il numero uno di Roscosmos le operazioni delle navicelle russe che riforniscono la Iss sarà interrotta dalle sanzioni, interessando di conseguenza il segmento russo della stazione, che serve, tra l’altro, a correggere l’orbita della struttura. Di conseguenza, ciò potrebbe causare “l’ammaraggio o l’atterraggio” dell’Iss, che pesa 500 tonnellate.

Ma quanto c’è di reale nel rischio evocato da Rogozin? Per l’astronauta italiano Umberto Guidoni “il rischio c’è ma al momento non ci sono effetti. Si tratta solo di schermaglie verbali e speriamo non si vada oltre”, ha spiegato a Lapresse.

Guidoni spiega che la vita della stazione “doveva finire nel 2025” ma si era parlato di prolungarla, invece a questo punto è “probabile” che ciò non avvenga. Allo stesso tempo bisognerà tenere gli occhi puntati su fine mese quando c’è in programma il rientro a terra dalla stazione di due astronauti di Mosca e uno americano tramite una capsula russa Soyuz”.

Tema su cui si è espresso su Twitter anche Jonathan McDowell, astrofisico presso il Centro di astrofisica di Harvard-Smithsonian, che ha ricordato come la posizione dell’orbita è stata corretta giusto ieri, attraverso mezzi russi.

Redazione

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