La rabbia degli operai Whirlpool: “Non siamo oggetti”

L’ennesima giornata di lotta e scioperi. Questa volta a Varese. Da una parte gli operai della Whirlpool di Napoli che non hanno alcuna intenzione di mollare, dall’altra il Governo che giura impegno e promette soluzioni. Nel mezzo la multinazionale americana che è in procinto di inviare le lettere di licenziamento destinate ai 340 operai del sito di Via Argine. Dietro le quinte il consorzio delle sette aziende che dovrebbero reindustrializzare lo stabilimento. Sullo sfondo i sindacati che alzano la voce e pretendono delucidazioni in un quadro che appare sempre più fumoso.

Il 2 novembre, invece, è la prossima data utile. Ci sarà un nuovo incontro per cercare di porre fine, si spera con una soluzione che salvi almeno gli operai garantendo la continuità occupazionale, a una storia che va avanti da più di due anni. Martedì il Governo dovrebbe comunicare dettagli e tempi del piano di reindustrializzazione del sito. «Oggi (ieri per chi legge, nda) tutti gli stabilimenti del gruppo Whirlpool sono vuoti, non stanno lavorando – ha spiegato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil che ha partecipato alla manifestazione di Fim, Fiom e Uilm a Cassinetta, Varese – L’adesione allo sciopero di otto ore è al 100% in tutti gli stabilimenti del gruppo di Pero, Varese, Melano, Siena, Fabriano, Comunanza, Carinaro e Napoli. I lavoratori sono qui, insieme, non soltanto per dire no alla chiusura di Napoli ma anche per ribadire la volontà di un piano di rilancio di una multinazionale come la Whirlpool che sta guadagnando tantissimo e che ha 4 milioni di pezzi da fare».

Poi l’affondo sulla condotta antisindacale del colosso americano, finito sul tavolo del giudice dopo le denunce dei sindacati. «L’azienda sta usando le persone come fossero degli oggetti finanziari. E allora l’unità dei lavoratori di questo gruppo deve riportare l’azienda alla ragione anche perchè, se è vero che si sta preparando una soluzione per Napoli, quella soluzione richiede tempo – ha detto Tibaldi – Oggi Whirlpool sa che a sostegno della vertenza di Napoli ci sono le lavoratrici e i lavoratori di tutta Italia». Intanto si attende il 15 dicembre. «Quel giorno verrà illustrato il piano industriale e valuteremo nel merito la concretezza del progetto di reindustrializzazione dello stabilimento partenopeo di via Argine – ha precisato Tibaldi – Non firmiamo assegni in bianco. Whirlpool è ancora il datore di lavoro di tutti, compresi i lavoratori napoletani, deve essere richiamata dal governo alle sue responsabilità».

Il Governo dovrà fornire risposte concrete, ma anche la multinazionale americana dovrà fornire spiegazioni e comunicare quale strada intende percorrere. Il segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis, ha infatti richiamato Whirlpool al rispetto dell’accordo sottoscritto nel 2018. «Si tratta di un’intesa che prevedeva il mantenimento occupazionale in Italia e investimenti per 250 milioni di euro – ha ricordato Nobis – In questi tre anni invece il gruppo ha chiuso una “fabbrica virtuale”. Chiediamo a Whirlpool di avere la responsabilità sociale di accompagnare il passaggio al progetto dell’hub sulla mobilità sostenibile che il governo insieme al Mise sta perfezionando per il sito di Napoli. Il 15 dicembre dovremmo avere una risposta definitiva».