Qualche ora fa il suo ultimo post, su Facebook, per comunicare a tutti che sarebbe tornato a Zurigo, dove è nato, per scegliere il suicidio assistito. Nella vita di Davide Macciocco, 40 anni di Termoli, tetraplegico da 20 anni, c’è un tuffo, un prima e un dopo quella sera del 5 luglio 2003, quella serata in discoteca con la ragazza e gli amici, quando decise di fare un bagno all’alba presso il molo vecchio di Termoli, tuffandosi dal trabucco. “Mi buttai di testa da un’altezza di circa sei metri. L’acqua quella mattina era alta più o meno un metro e mezzo. L’ultimo ricordo che ho di quel giorno è che dissi a Marianna che non mi sentivo più le braccia e le gambe”.

Tetraplegia completa dovuta alla lesione midollare C4-C5: “Ho continuato a fare fisioterapia per 20 anni, mi resi conto che di punto in bianco ero paralizzato dal collo in giù, su una sedia a rotelle senza muovere né braccia né gambe e neanche un dito ma, in questi anni non sono stato con le mani in mano” continua Davide, che nel frattempo è diventato agente sportivo, e fa sapere di aver avvisato i suoi datori di lavoro perché lo avevano inserito in un nuovo progetto, “questo dovrebbe farvi comprendere anche la mia totale serenità e lucidità”.

La scelta arriva in serena autonomia dunque, accompagnato dall’associazione “Dignitas”.

Il post è il suo saluto agli amici e alla cittadinanza, un ringraziamento e qualche desiderio: “Non ricordatevi di me per questo gesto, ma bensì per come mi avete conosciuto. Generoso, semplice ma non troppo e sempre sorridente. Amo la vita ed ecco perché oggi la voglio abbandonare. Quella che attualmente ho vissuto poteva andare anche bene, ma in un futuro prossimo so che sarà intollerabile per me. Spero vivamente che non cerchiate di giudicare. Per giudicare un uomo bisogna almeno conoscere il segreto del suo pensiero, delle sue sventure e delle sue emozioni”.

Redazione

Autore