Per sostenere l’occupazione femminile è necessario recuperare i ritardi nel welfare. Questa l’analisi al Riformista di Tommaso Nannicini docente di economia politica all’Istituto Universitario Europeo, già senatore e tra i padri del Jobs Act, economista tra i più attenti alla questione di genere.

Italia indietro sul welfare

Dai servizi all’infanzia ai sostegni economici, ancora insufficienti e disomogenei: “Serve coraggio – ricorda Nannicini -, in Italia si va in tv a sostenere l’occupazione femminile, ma se non affrontiamo il nodo della condivisione dei compiti di cura e degli strumenti di welfare ci si limita alla retorica”.

Una mamma sta a casa 5 mesi, un papà solo 10 giorni

In questo senso il congedo paritario obbligatorio può dare un segnale. Nel nostro Paese c’è ancora troppa differenza tra una neo-mamma che può godere fino a cinque mesi di tempo, e un neo papà, che può avere a disposizione solo dieci giorni. “Il messaggio che arriva è che la cura è ‘roba da donne’. Dobbiamo stabilire per legge un congedo obbligatorio di cinque mesi per entrambi, così da comunicare che la cura è condivisa”.

Redazione

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