La nicotina protegge dal Coronavirus. È questa l’ipotesi che emerge da un controverso studio realizzato da un team di ricercatori dell’ospedale di La Pitié-Salpetrère di Parigi. Un risultato che fa discutere, dato che ad oggi la scienza si era espressa chiaramente sulle maggiore probabilità di soffrire di forme più gravi di Covid-19 da parte dei fumatori.

La ricerca pubblicata sul sito Qeios dice invece il contrario: gli autori dello studio rivelano infatti che esaminando il profilo di 480 pazienti positivi al Coronavirus, in 350 di questi ricoverati in ospedale e di età media di 65 anni, solo il 4,4% era un fumatore regolare. Dei restanti 130, di età media di 44 anni e che presentavano sintomi lievi e per questo sottoposti a isolamento domiciliare, solo il 5,3% era una tabagista.

Per questo l’epidemiologa Florence Tubach, tra gli autori della ricerca, spiega che lo studio “suggerisce che i fumatori hanno una probabilità molto più bassa di sviluppare un’infezione sintomatica o grave rispetto alla popolazione generale”. Secondo il neurobiologo francese Jean-Pierre Changeux, che ha revisionato lo studio, la spiegazione sarebbe dovuta alla nicotina che impedisce al Coronavirus di raggiungere le cellule e impedendo quindi la sua diffusione.

La stessa Tubach mette in guardia dal rischio che possa passare l’idea del fumo come protettore dal Covid-19: “Solo la nicotina o altri modulatori del recettore della nicotina potrebbero avere un effetto protettivo, e mantengo il condizionale perché il nostro lavoro rimane di osservazione”.

Così la pensa anche l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, che da tempo ribadisce come il fumo “danneggia i polmoni e altri organi del tuo corpo, e può aumentare il rischio di prendere forme gravi di Covid-19”. Sulla stessa linea anche il Ministero della Salute italiano, che sul proprio sito ribadisce come il fumo renda più vulnerabili: “Le dita, ed eventualmente le sigarette contaminate, arrivano a contatto con le labbra e questo aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca”. Inoltre la ridotta capacità polmonare dei tabagismi “aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi, come la polmonite”.

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