Nell’edizione di ieri, Il Fatto Quotidiano schiera tre firme pesanti a difesa della riforma che “taglia” un terzo del Parlamento. Due giuristi di fama indiscussa, come il professor Mario Dogliani e il professor Andrea Morrone, e il direttore del Fatto Online, Peter Gomez.

Partiamo da Gomez. Sostiene che anche se ci sarà il taglio, il numero dei parlamentari italiani resterà il più alto (in proporzione alla popolazione) rispetto ai principali parlamenti europei, come quello tedesco o quello francese. E per dimostrare questa sua tesi porta i numeri. Dice che i deputati più i senatori italiani saranno 600, di fronte ai 700 (un po’ di più) deputati tedeschi, per esempio. E dividendo 700 per il numero di abitanti (che in Germania è più alto del numero degli abitanti italiani) si vede che i tedeschi hanno meno deputati. Già: ma perché paragonare i senatori e deputati italiani ai soli deputati tedeschi, che pure hanno anche loro un Senato? Che fine ha fatto il Senato tedesco? E anche il Senato francese, che è ancor più grande di quello tedesco (circa 350 senatori) dove è finito? Se davvero, Peter, volevi abolire il Senato non era meglio votare per il referendum di Renzi, invece di far finta che in Germania e in Francia il Senato non esista?

Passiamo al professor Morrone. Scrive esattamente così: “Esiste una regola generale: il numero dei parlamentari è inversamente proporzionale alla democrazia”. Diciamo, semplificando, che il numero ideale, per una democrazia totale, per il professor Morrone è quello di un solo parlamentare. Che potrebbe, per esempio, chiamarsi Kim. È una tesi già sostenuta dall’on. Razzi

Infine il professor Dogliani, che chiama in causa il povero Umberto Terracini (1895-1980). Terracini è stato un avvocato, un giurista, è uno dei fondatori del Pci, fu perseguitato dal fascismo (17 anni tra prigione e confino) e anche dal Pci in quanto eretico, ha combattuto sempre dalla parte dei lavoratori, del diritto, del più genuino garantismo e della democrazia parlamentare, è stato il Presidente della Costituente. Dogliani gli fa dire che i parlamentari dovrebbero essere gente per bene. Giusto: e che c’entra? E invece non cita l’intervento di Terracini alla Costituente proprio sul numero di parlamentari (che invece c’entra parecchio). Disse così Terracini: “Il numero dei componenti dell’assemblea deve essere proporzionato all’importanza che ha una nazione. La diminuzione del numero dei componenti sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo si comincia sempre col limitare il numero dei componenti. Se nella Costituzione si stabilisse l’elezione di un deputato per ogni 150 mila abitanti, ogni cittadino considererebbe quest’atto di chirurgia una manifestazione di sfiducia nell’ordinamento parlamentare”. Non mi pare che ci possano essere molte discussioni nell’interpretare questo discorso di Terracini. Voi sapete cosa prevede la riforma dei grillini che siamo chiamati a votare al referendum: 1 deputato ogni 150 mila abitanti…

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.