Il governo Meloni? “Offensivo quello che accade dal punto di vista civile e umano, addirittura sposano la linea di Orban, apprezzando di più la vita non concessa all’omosessualità, con la scusa delle mamme che fanno i figli all’estero, raccontando storie incredibili e negando i diritti a bambini che esistono. Dove sta l’umanità di queste persone? Sono parole spudorate”.

C’è questo durissimo giudizio politico ma anche altro nell’intervista concessa a Repubblica da Leo Gullotta, attore con una carriera sterminata tra cinema, tv e teatro: un colloquio che trae spunta dalla sua vita privata per toccare argomenti di scottante attualità.

Gullotta, 77 anni, da 43 anni vive la sua storia d’amore col Fabio Grossi, sposato nel 2019. “Ho vissuto la mia omosessualità con naturalezza. Come è venuta fuori la possibilità delle unioni civili l’ho colta subito. Ma la strada per i diritti è lunga”.

Una omosessualità venuta fuori nel 1995, un coming out arrivato davanti ai giornalisti. Lo racconta lo stesso Gullotta: “Alla conferenza stampa del film Uomini uomini uomini un giornalista mi chiese se ero anch’io un omosessuale. Serenamente ho detto: ‘Sì, perché?’. Pagine strapiene, allora non c’era il coming out. Fino ai 25 anni ho vissuto la mia vita da eterosessuale, ho avuto le mie storie. Dico sempre: mi piaceva il cioccolato, poi ho scelto la crema”.

Omosessualità che non ha mancato di provocargli problemi dal punto di vista lavorativo. Nel 2012 Gullotta non si vide affidata la parte di don Pino Puglisi perché omosessuale: a Repubblica l’attore catanese racconta che “un funzionario Rai di allora, essendo don Pino Puglisi in dirittura di beatificazione, si preoccupò che il Vaticano – a cui interessava solo la qualità – non volesse un omosessuale. La pochezza di pensiero porta a questo. Non ho fatto drammi”.

Da quattro anni sposato dopo una unione col compagno Fabio Grossi durata 43 anni, per Gullotta la legge sulle unioni civili “è un fatto di civiltà, è un diritto e l’ho preso. Eppure allo stesso tempo l’attore, fresco di libro (La serietà del comico, edizioni Sagoma) e che tornerà in scena con “In ogni vita la pioggia deve cadere”, dà ragione al cantante Tiziano Ferro quando quest’ultimo ricorda che non sono pieni diritti, sottolineando come “con questo governo è offensivo quello che accade dal punto di vista civile e umano”.

Da sempre uomo di sinistra, Gullotta spera nel nuovo corso del Partito Democratico di Elly Schlein, che considera “una persona serena, sicura di poter guidare il Pd”. Eppure, non manca di sottolinea l’attore, “se abbiamo questo governo, è anche colpa della sinistra che gli ha preparato tutto su un piatto d’oro. Un governo che si era concentrato sui rave, non ci saranno cose più importanti in questo paese? Armi di distrazione di massa. Ma poi discorsi imbarazzanti, Dante uomo di destra. Non c’altro da aggiungere”.

Impossibile quindi non ricorda la ventennale esperienza col gruppo del Bagaglino di Pier Francesco Pingitore. A proposito di quegli anni, Gullotta ricorda i politici, seduti in platea ad osservare gli attori prenderli in giro, “facevano la fila, chiedevano tutti di partecipare, valeva come una campagna elettorale. Il politico ha la faccia di tolla, pur di portarsi a casa qualcosa va ovunque. Infatti sono venuti tutti, l’intero arco costituzionale. A Torte in faccia si beccavano persino i dolci in faccia”.

Redazione

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