Prosegue la mobilitazione di Libertà Eguale per il Sì al referendum sulla separazione delle carriere. Appuntamento a Firenze il 12 gennaio 2026 dalle ore 16 alle 19 presso la Palazzina Reale. All’incontro La sinistra che vota Sì parteciperanno illustri sostenitori della riforma: Anna Bucciarelli (Libertà Eguale Firenze-Toscana), l’ex senatore Pds Enrico Morando, il costituzionalista Stefano Ceccanti e Carlo Fusaro di Libertà Eguale Nazionale. Presenti anche Marco Boato (Presidente Garante di Europa Verde), Anna Paola Concia (già deputata del Pd), Enrico Costa (deputato di Forza Italia), Giovanni Pellegrino (giurista ed ex senatore del Pci) e il professore ordinario di Diritto civile Cesare Salvi.

Ceccanti e Morando esprimono «serio dissenso» rispetto alle modalità di fare opposizione parlamentare sui temi istituzionali: «Vista da fuori l’attuale legislatura appare segnata da una indisponibilità al dialogo reciproca, non solo da parte della maggioranza». In effetti, è singolare l’accusa per cui con il referendum si vorrebbero attribuire maggiori poteri ai Pubblici ministeri: «Visti i dati relativi alle indagini preliminari, con più del 95% di richieste dei Pm accolte dai Gip, ci sembra che francamente accumulare più poteri, anche volendo, risulti sostanzialmente impossibile». E non va dimenticato che il sorteggio del Csm non nasce dal nulla, ma deriva «dall’opposizione intransigente della stessa magistratura ai rimedi più ragionevoli rispetto al correntismo, per esempio la scelta di un sistema elettorale basato sui collegi uninominali».

Libertà Eguale è un’associazione di cultura politica, nata nel 1999 per opera di riformisti provenienti dalle più diverse esperienze nell’ambito del centrosinistra italiano. Non a caso, La sinistra che vota Sì vuole dare rappresentanza a un’eredità preziosa e a tante voci che intendono esprimere la loro posizione – coerente con la propria storia – solo nel segreto dell’urna, per paura di esporsi pubblicamente ed essere additati come traditori. «Tanti di noi, nella costruzione di una moderna sinistra di governo, si sentono debitori nei confronti di minoranze che al momento giusto osarono dissentire e argomentare in pubblico», concludono Ceccanti e Morando.