Costruire un'Europa politica
L’Unione Europea supererà la crisi da vero soggetto politico
Prima la pandemia adesso il conflitto bellico in Ucraina, ci impongono una nuova missione: la costruzione di una Europa politica. Degli Stati Uniti d’Europa. Non è utopia ma un obiettivo concreto che può essere raggiunto ridisegnando una nuova idea di Europa attraverso la definizione di una politica comune e un coinvolgimento diretto dei cittadini nella scelta del presidente della Commissione europea, modificando i trattati in termini di funzionamento per superare l’obbligo di unanimità su decisioni delicate e tempestive, creando nuove politiche comuni su temi quali difesa, energia, giustizia.
E ancora, immaginando una politica fiscale comune non limitata temporalmente al Next Generation EU, che metta in condizione la BCE di garantire maggiormente il debito dei paesi membri. Il sogno dogmatico della perfezione del mercato è infatti svanito. Far arretrare la politica in favore delle regole del mercato si è rivelato errato, come la rispettiva ideologia di riferimento: il neoliberismo. Occorre un salto di qualità per garantire equità e occupazione, lotta alle diseguaglianze, contrasto alla povertà. Le risposte in termini di fondi con il NGEU sono una svolta e una iniezione per la crescita e gli investimenti. Un primo tassello per la costruzione di una Europa solidale, di una Europa dei popoli. Non più dunque un continente governato dai mercati e dagli eventi: è questo il momento opportuno per invertire tendenze e creare nuovi paradigmi. Come Jean Monnet amava ripetere: “l’Europa si costruirà sulle crisi e sarà la somma delle soluzioni apportate a tali crisi”.
Stiamo vivendo infatti una fase di grande cambiamento, un progressivo spostamento dei fattori di equilibrio internazionale dagli Stati Uniti e dall’Europa ai Paesi emergenti, in particolare al Brasile, alla Russia, all’India, alla Cina. L’ordine mondiale, dunque, fino ad oggi assicurato dagli Stati Uniti quale potenza se non egemone almeno predominante, si appresta a vivere una nuova fase nella quale l’importanza degli altri interlocutori crescerà e il cambiamento potrà essere brusco o regolato, conflittuale o negoziato: la differenza starà nella capacità delle istituzioni internazionali di governare al meglio questo cambiamento e soprattutto nella capacità dell’Europa di essere concretamente un vero soggetto politico. Il conflitto in Ucraina ne è l’evidenza. Di come cambiare l’Europa ne parleremo il 9 maggio festa dell’Europa a Ventotene con i partiti italiani appartenenti alla nostra famiglia europea di appartenenza, il Partito del socialismo europeo, di cui noi socialisti siamo fondatori.
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