Magistratopoli, parla Gasparri: “Csm è una cloaca, subito commissione d’inchiesta”

«La stavo aspettando». La voce di Maurizio Gasparri, vicepresidente forzista del Senato e parlamentare-polemista di lungo corso, è squillante, quasi da festa. La sua ultima battaglia però non sarà un pranzo di gala: «Dobbiamo applicare la legge Anselmi (la norma contro le società segrete di natura eversiva, ndr) contro l’Anm». Al centro Magistratopoli, lo scandalo che ha coinvolto l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, scoperchiando il vaso di Pandora fatto di ipocrisie e spartizione di potere del nostro ordine giudiziario. «Il palamarismo – è la scudisciata di Gasparri che parafrasa Lenin – è la malattia contagiosa della magistratura».

Senatore, cosa è per lei Magistratopoli?
Nel 2008 dissi che il Csm era una cloaca e fui pesantemente attaccato, anche da Palamara, all’epoca presidente dell’Anm. Diciamo che il tempo ha rivelato chi tra i due avesse ragione e chi no. Ad ogni modo abbiamo scoperto l’acqua calda: da sempre sappiamo che in magistratura dominano le correnti, a scapito del merito, e che ci fosse una grande sete di potere. In tv Palamara ha rivendicato qualche buona nomina ai vertici di alcune procure, ma lo dobbiamo pure ringraziare? Sembra l’orologio rotto che segna l’ora giusta due volte. A questi problemi aggiungo l’uso della giustizia in chiave politica compiuto da certe toghe: lo scambio in chat tra Palamara e un collega contro Matteo Salvini, che sull’immigrazione “ha ragione ma va combattuto in tribunale comunque” la dice lunga.

Cosa pensa del silenzio da parte di Davigo e Di Matteo sulla questione?
Di loro non parlo, se no mi querelano. E preferisco lasciare i soldi a mia figlia che a loro. Ma mi rattrista il silenzio dei tanti magistrati onesti, la maggioranza, che tacciono sul sistema Palamara e le tante storture che danneggiano la credibilità della loro professione. Invece parlino, denuncino.

Lei sostiene la proposta del direttore del Riformista Piero Sansonetti di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema magistratura?
Assolutamente sì, da tempo ritengo che il Parlamento si debba occupare del malaffare interno alla magistratura. L’Anm a furia di trame oscure, lotte di potere, inquinamento della democrazia e finalità eversive ai danni dello Stato è sulla scia della P2. Contro questo sistema dobbiamo ricorrere alla legge Anselmi, istituita proprio contro la P2 ma evocata senza motivo contro le cosiddette P3 e P4. Furono inchieste inutili su gruppi di gente che non contava nulla. Si ricorda il signore (Pasquale Lombardi, ndr) che voleva portare una tanica d’olio in Cassazione come dono a un giudice? Se lui era la P3 allora Palamara e soci sono la “Ptutto”.

Chi dovrebbe fare parte di questa commissione d’inchiesta?
Tutti i partiti. Anche quella sinistra che per anni ha usato il potere giudiziario come strumento di lotta politica ma che oggi non può più ignorare come una cattiva magistratura rovini la democrazia e la vita di tutti. Dobbiamo usare Magistratopoli per fare pulizia e ridare prestigio alla categoria. Questo scandalo può essere un’opportunità per salvare un sistema in crisi da decenni, soprattutto se riformiamo la magistratura.

Quale riforma immagina?
Bisogna innanzitutto separare le carriere di pubblici ministeri e giudici, cambiare il sistema elettorale del Csm che finora ha incentivato carrierismi e correntismi a danno del merito, e rendere impossibile il ritorno alla magistratura di chi prima ha lasciato la toga per candidarsi in politica.

E se l’esecutivo, e in particolare il Guardasigilli Alfonso Bonafede, proponesse a breve una riforma della magistratura?
Con tutto il rispetto per Bonafede, non se ne deve occupare lui ma il Parlamento. Modificando l’ordinamento giudiziario si tocca la Costituzione, c’è bisogno di ampie convergenze e di una discussione plurale che solo le camere possono garantire.

Secondo lei esiste anche Giornalistopoli?
Anche qui abbiamo scoperto l’acqua calda: da tempo ci sono quotidiani e giornalisti che con la scusa del racconto influenzano la giustizia e fanno politica dentro il Csm. È un cortocircuito con dentro tutti: magistratura, politica e media. Basti pensare al contrappasso che ha colpito lo stesso Palamara: difendeva l’uso e la pubblicazione delle intercettazioni, spesso usate contro il centrodestra, e adesso si è ritrovato sui giornali tutte le sue cose private. Evidentemente ci voleva una vicenda così paradossale per provare a risolvere la situazione.