Magistratopoli passerà. Le macchine che cancellano tutto sono già in moto. In particolare, nell’opera di rimozione, sono impegnati i grandi giornali, che seminano silenzi come non facevano da 70 anni. È da quando è nata la repubblica che i giornali non erano così silenziosi e omertosi. Pagine bianche. La ferita per la libertà di stampa è profondissima, non sarà facile rimarginarla. Allora proviamo a fare un po’ d’ordine, prima che cali il silenzio e ci si dimentichi persino il nome di Luca Palamara. Mettiamo per iscritto nove domande alle quali, ne siamo abbastanza certi, nessuno vorrà rispondere.

1 – Se risulta che la gran parte dei procuratori nominati negli ultimi due anni e mezzo (da quando ha iniziato a funzionare il trojan) hanno ottenuto la nomina non sulla base dei propri meriti, della propria sapienza, delle proprie competenze e abilità, ma invece in virtù di piccoli giochi di potere, non è giusto annullare tutte le nomine? Provo ad essere più chiaro, e magari un po’ più rozzo: il voto in Csm con il quale sono stati scelti i procuratori è stato in modo evidente un voto di scambio. Non dico che sia reato (non lo ho mai pensato), ma che valore può avere una nomina ottenuta col voto di scambio?

2 – Se i magistrati hanno chiaramente dimostrato di non sapersi governare, chi deve governare la giustizia e la magistratura? Le intercettazioni ci spiegano senza possibilità di errore che i magistrati approfittano della composizione del Csm, dove dispongono della maggioranza assoluta, per fare mercato di potere e non per amministrare la giustizia. Del resto non si capisce come nella tripartizione dei poteri possa esistere un potere del tutto sciolto da ogni controllo. Diciamo, usando il vocabolario, un potere assoluto. Un potere assoluto non è compatibile con uno stato liberale. E allora non è forse necessario immaginare un Csm che sia estraneo ai giochi di potere della magistratura e che possa esercitare un controllo reale sulla magistratura? Diciamo un Csm composto da giuristi, avvocati, personalità della cultura, magari anche ex magistrati – scelti dal Parlamento con maggioranze molto larghe e con mandato molto lungo – in grado di controllare davvero, e dunque di ridurre, il potere della magistratura.

3 – Quante sentenze emesse in questi anni sono state oggetto di un negoziato tra Pm e giudice? Che vuol dire negoziato? Che se un Pm ha un potere riconoscibile all’interno dell’Anm, o ha fatto parte del Csm e dunque, ragionevolmente, può avere ancora voce in capitolo sulle nomine e sulle carriere dei giudici, come si può pensare che il giudice sia imparziale e non condizionato nel momento in cui deve accettare o respingere una richiesta di quel Pm?

4 – Non è il caso, allora, di annullare tutte le sentenze che sono state emesse in condizioni simili a quelle descritte al punto 3, e di rifare tutti i processi? Di più: non vanno annullati tutti i procedimenti avviati da Pm “sospettabili” di eccesso di potere e tutte le decisioni prese dal Gip che possono avere subito l’influenza dei Pm?

5 – Si può riformare il Csm senza prima decretare la separazione delle carriere? Le intercettazioni dimostrano che attualmente l’articolo 111 della Costituzione, che prevede l’imparzialità e la terzietà del giudice (e quindi anche del Gip) cioè l’equidistanza nei confronti dell’accusa e della difesa, non è rispettato. Gip, giudici, Pm, Procuratori si frequentano, familiarizzano, vanno a cena, fanno “banda” (è una espressione che si trova in una delle intercettazioni) e dunque operano in una situazione di totale illegalità. Ed è una illegalità – realizzata in forma di sopraffazione – che lede drammaticamente i diritti degli imputati. Non è urgente separare le carriere e separare anche i luoghi fisici di lavoro, cioè le procure e i tribunali, e di conseguenza istituire due organi distinti di governo della magistratura? Come può essere terzo un giudice la cui carriera viene determinata da un organismo dove i Pm sono grande maggioranza (l’attuale Csm)?

6 – Il dottor Palamara, recentemente, in Tv – che ormai è uno dei luoghi privilegiati della giurisdizione – ha spiegato che le intercettazioni che lo riguardano sono “decontestualizzate”. E che questo produce pessime interpretazioni. Quindi non hanno valore. Ha ragione. Non è forse vero che sulla base di intercettazioni decontestualizzate sono state emesse tonnellate di sentenze di condanna? Spesso, addirittura, sulla base di intercettazioni non dirette, ma di persone non imputate che, chiacchierando, accusavano l’imputato? Se dobbiamo prendere sul serio le parole di Palamara – e penso che dobbiamo – non dovremmo anche annullare tutte le sentenze pronunciate sulla base esclusiva di intercettazioni?

7 – Se il magistrato – come dice la Costituzione – deve essere sottoposto solo alla legge, l’Anm non è una associazione illegale? Il magistrato, se non è un eroe isolato – ce ne sono, ma non sono la maggioranza – è sicuramente condizionato dall’Anm, che del resto rivendica il suo ruolo e la sua egemonia. E in particolare è condizionato dalla corrente alla quale si è iscritto. Questo è contro la legge. La Anm non è, nelle condizioni attuali, un’associazione sovversiva, che intralcia la democrazia e lo stato di diritto?

8 – Un membro del Csm, e precisamente il togato Nino Di Matteo, ha accusato il ministro della Giustizia di avere preso decisioni politiche e amministrative subendo il ricatto della mafia. Questo, evidentemente, è un reato. La Procura di Roma ha avviato una indagine sul ministro accusato di concorso con la mafia? Oppure contro Di Matteo sospettabile di calunnia? O, ancora, contro lo stesso Di Matteo che per due anni, avendo la notizia del reato del ministro Bonafede, l’ha nascosta?

9 – L’associazione magistrati, attraverso il proprio giornale (Il Fatto Quotidiano) ha avanzato la sua proposta di riforma del Csm: l’idea – in presenza delle prove di una degenerazione della componente togata del Csm – è quella di aumentare questa presenza, eliminando la piccola componente democratica (quella scelta dal Parlamento e quindi dai cittadini). Si può immaginare questa richiesta come una vera e propria proposta, ufficiale, di stabilire il potere assoluto della magistratura (soprattutto della magistratura deviata) e di trasformare lo Stato di diritto in Stato dei Pm?

Avatar photo

Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.