Il procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo da questa mattina si trovata agli arresti domiciliari, ordinanza emessa su ordine della procura di Potenza che ha avviato un’indagine su di lui. L’inchiesta su Capristo nasce da un fascicolo di indagine della procura di Trani, aperto quando il procuratore si era trasferito a Taranto. Secondo l’accusa Capristo avrebbe cercato di esercitare pressioni su un magistrato di Trani per condizionare l’esito di indagini su episodi di sua diretta competenza.

Nel comunicato del procuratore di Potenza Francesco Curcio si fa riferimento alle pressioni di Capristo “per indurre un giovane sostituto della Repubblica in servizio nel tribunale di Trani a perseguire in sede penale, senza che ne ricorressero i presupposti di fatto e di diritto, la persona che loro stessi avevano infondatamente denunciato per usura in loro danno, in modo da ottenere indebitamente i vantaggi economici ed i benefici conseguenti allo status di soggetti usurati”.

Assieme al magistrato sono finiti agli arresti domiciliari un ispettore di polizia e tre fratelli imprenditori della provincia di Bari.

Già nel luglio 2019 Capristo era stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Messina per una inchiesta riguardante Eni: la vicenda è quella degli esposti anonimi realizzati dall’avvocato Piero Amara per realizzare un depistaggio delle indagini su Eni per le presunte tangenti versate dal gigante petrolifero italiano in Nigeria. L’accusa nei confronti di Capristo era quella di non aver inviato l’esposto anonimo alla procura di Milano, competente sulla vicenda.

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