Vertice al Ministero
Riforma Csm, primo accordo della maggioranza su sistema elettorale e carriere

Raggiunto un accordo di massima in maggioranza sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura. È l’esito del vertice di maggioranza al ministero della Giustizia. Il testo non è ancora stato definito e la prossima settimana si procederà con il confronto con le opposizioni e con gli addetti ai lavori.
La riforma prevederebbe meccanismi più’ rigidi per le carriere. I magistrati che puntano all’avanzamento dovranno fare i conti con nuovi ‘paletti’ . Viene rafforzato, per esempio, il ruolo degli avvocati nei consigli giudiziari chiamati a valutare proprio gli avanzamenti delle carriere dei magistrati.
Si riduce la discrezionalità di giudizio e si punta di nuovo su criteri legati all’anzianità, non solo alla meritocrazia, spiega una fonte parlamentare della maggioranza. Niente più ‘nomine a pacchetto‘ e si limitano (da 4 a 2) i passaggi da ruoli requirenti a ruoli giudicanti. Passa a 4 anni il periodo necessario per promozioni nei ruoli apicali (la norma non riguarda il primo presidente di Cassazione e il procuratore generale).
Chi entra in politica non potrà tornare in magistratura. Verranno separate le funzioni di chi si occupa delle nomine da chi giudica l’operato dei magistrati. Prevista – spiega un’altra fonte della maggioranza – la parità di genere nel meccanismo di elezione dei membri del Csm.
Il nuovo sistema elettorale, poi, vedrà l’introduzione del doppio turno, prevedendo il ballottaggio.
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