La malattia del deperimento cronico detta anche malattia del cervo zombie sta diventando un vero problema soprattutto negli Stati Uniti. Si tratta infatti di una patologia che colpisce i cervidi ed è causata, come il morbo della mucca pazza, da un prione, ossia da una molecola proteica mutata che può infettare anche le altre proteine.

Malattia mortale nel 100% dei casi

La malattia del deperimento cronico è mortale nel cento per cento dei casi e ad oggi riguarda solo i cervidi. Un cervo colpito da questa patologia sbava, è letargico, ha uno sguardo fisso e vitreo, inciampa, in pratica si muove proprio come uno zombie, per questo il nome più noto è malattia del cervo zombie.

La più alta concentrazione di cervidi nel Parco Nazionale dello Yellowstone,

In realtà la malattia del cervo zombie esiste già da molti anni ed è stata isolata per la prima volta in Colorado nel 1967 e nel 1978 è stata riconosciuta come una causa dell’encefalopatia spongiforme trasmissibile. Adesso però la situazione inizia ad essere decisamente preoccupante a causa di un vertiginoso aumento dei casi è aumentata è che la malattia si sta diffondendo, tanto che sono stati segnalati ben 800 casi nel Wyoming, ed è arrivata anche nel Parco Nazionale dello Yellowstone, dove c’è la più alta concentrazione di cervidi di tutto il continente americano.

La malattia del cervo zombie non riguarda solo gli Stati Uniti, perché, anche se con numeri nettamente inferiori, ha colpito anche animali europei. Dal 2016, infatti, sono stati registrati dei casi prima in Norvegia e poi anche in Svezia e Finlandia, segno che ha cominciato a diffondersi.

Cos’è il rischio Spillover e perché è pericoloso per l’uomo

La CDC (Centers for Disease Control and Prevention), descrivendo la malattia del deperimento cronico, ricorda che “dal 1997 l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che sia importante evitare che gli agenti di tutte le malattie da prioni conosciute entrino nella catena alimentare umana”. Il timore, infatti, è che ci possa essere uno spillover, ossia un salto di specie, e quindi questa patologia possa colpire altri mammiferi e arrivare addirittura agli esseri umani. Per ora non è successo, ma purtroppo il rischio c’è, perché si tratta di una malattia causata per l’appunto da un prione, come l’encefalopatia spongiforme, che è stata trasmessa anche a esseri umani.

Redazione

Autore