Politica
Manovra 2026, così i servizi sociali diventano esigibili e garantiti su tutto il territorio nazionale
Con l’arrivo in Senato della Legge di Bilancio per il 2026, il Governo Meloni compie un passo fondamentale nella costruzione di un welfare equo e universalistico, che fa della coesione sociale un pilastro dello sviluppo nazionale. La vera grande novità, passata al momento in sordina nel dibattito mediatico, è l’introduzione di un Sistema nazionale di garanzia dei Livelli Essenziali delle Prestazioni sociali (LEP sociali).
Si tratta infatti di un passaggio che pone fine alla distanza tra i diritti sociali e quelli sanitari. Con questa norma, i servizi sociali fondamentali diventano finalmente e formalmente diritti esigibili e garantiti su tutto il territorio nazionale, superando la discrezionalità e la estemporaneità dei singoli enti locali. Dal 2027 ogni Ambito Territoriale Sociale (ATS) dovrà garantire un livello minimo di spesa per i servizi sociali, definito sulla base di criteri oggettivi e omogenei, secondo una logica di equità territoriale e razionalizzazione della spesa pubblica. Come già avviene per i LEA sanitari, anche per i LEP sociali si afferma dunque un principio di universalità dei diritti, che non sarà più legato alla capacità di spesa del singolo Comune, ma al riconoscimento nazionale di esigenze condivise.
Tra i nuovi standard strutturali e organizzativi in ogni ATS spiccano tre misure concrete: viene quantificata una prima soglia del rapporto tra abitante e assistente sociale per rafforzare la presa in carico territoriale; viene stabilita la priorità della valutazione multidisciplinare e un primo criterio di composizione dell’equipe, sempre in rapporto al numero degli abitanti; viene stabilito anche qui un primo approccio che dia un parametro corretto e sostenibile nel rapporto abitante/assistente sociale, da modulare in base ai bisogni reali. Il nuovo Sistema dei LEP sociali si inserisce in una più ampia riforma che mira a integrare la programmazione sociosanitaria in modo strutturato e multilivello. La legge prevede infatti un monitoraggio integrato delle prestazioni e della spesa attraverso sistemi operativi comuni tra Comuni, ATS e ASL. Il principio è chiaro: i progetti devono essere condivisi, co-finanziati e verificabili, con indicatori comuni e obiettivi convergenti.
In quest’ottica, si consolida il ruolo dei Piani di Zona come luogo privilegiato per la definizione delle politiche integrate, in cui Direttori Generali delle ASL e Sindaci collaborano attivamente, non più in modo episodico ma secondo una governance stabile. Questo è particolarmente importante per affrontare le grandi sfide della cronicità e della disabilità, oggi tra le principali fonti di domanda sociosanitaria in Italia. La Legge di Bilancio 2026 si colloca inoltre in continuità con il Decreto Anziani e la sperimentazione della Prestazione Universale per gli over 80 non autosufficienti. Interventi che segnano una svolta culturale e operativa nell’assistenza domiciliare, nell’invecchiamento attivo e nella prevenzione della fragilità. Le nuove Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) e i Piani Assistenziali Individualizzati (PAI) rappresentano strumenti centrali per garantire una presa in carico personalizzata, integrata e continuativa, grazie anche al coinvolgimento del Terzo Settore e delle famiglie.
Il percorso tracciato dal Governo non è privo di sfide, soprattutto in termini di sostenibilità economica. La recente sentenza della Corte d’Appello di Milano, che attribuisce al Servizio Sanitario Nazionale anche i costi delle attività sanitarie connesse a quelle socio-assistenziali, impone una riflessione seria sul perimetro della spesa sanitaria e sulla necessità di una cornice normativa più chiara, in grado di tutelare l’equilibrio finanziario del SSN senza penalizzare le persone fragili. Ma non dobbiamo avere timore di investire in coesione sociale: ogni euro speso per prevenire solitudine, cronicità e marginalità corrisponde a tre euro risparmiati in ospedalizzazione e istituzionalizzazione. È un investimento nelle comunità, nella dignità delle persone, nella qualità della nostra democrazia.
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