Mario Draghi star del web (anche senza social): il bivio tra il protagonismo di Conte e il profilo basso di Monti

Il miglior portavoce di Mario Draghi? Sé stesso. Il presidente del Consiglio incaricato è un marziano per la politica del nuovo millennio: l’ex presidente della Banca centrale europea non ha infatti alcun profilo social, né Facebook né Twitter, neanche Instagram o Parler, dove è recentemente sbarcato Matteo Salvini.

L’assenza dai social di Draghi spicca ancor di più se confrontata proprio con gli altri leader politici italiani. Lo stesso Salvini giovedì mattina, nel corso di una diretta su Instagram, dimentica che il premier incaricato è assente dall’universo web e si rivolge a lui così: “Il problema non sono i nomi, lo dico a Mario Draghi qualora fosse in collegamento”.

Con Draghi a Palazzo Chigi appare probabile un cambio di passo repentino rispetto a quanto visto nel 2020, segnato in maniera evidente dalla sovraesposizione di Giuseppe Conte. L’avvocato pugliese e la sua macchina social, guidata dal fedele Rocco Casalino, hanno letteralmente scandito le giornate degli italiani alle prese con l’emergenza Coronavirus. Impossibile dimenticare le lunghe dirette su Facebook, tutte scandite da attese messianiche e ritardi a volte imbarazzanti, in cui il presidente del Consiglio illustrava i Dpcm a milioni di italiani in collegamento davanti a televisori, pc e smartphone. Un ‘vizietto’ che non è ancora terminato: anche giovedì Conte ha utilizzato i canali social personali e della Presidenza del Consiglio per diffondere via social il suo discorso ‘politico’ sulla crisi politica, sul sostanziale via libera a Draghi (con un governo politico) e il suo messaggio a Movimento 5 Stelle e agli ex alleati del governo giallo-rosso.

Il dubbio, se Draghi diventerà il prossimo ‘titolare’ di Palazzo Chigi, è su quale sarà la strategia comunicativa: utilizzerà i metodi istituzionali o si lascerà travolgere nell’agone politico dei social? Chi lo conosce spiega che l’ex numero dell’Eurotower seguirà il metodo utilizzato anche a Francoforte: Draghi sarà il portavoce di sé stesso, con un profilo basso, facendo parlare le sue azioni.

Un profilo basso che è anche la speranza di molti: anche Giuseppe Conte infatti, ai tempi della nomina a presidente del Consiglio nella primavera del 2018, era assente dai social: i suoi account di Facebook e Twitter furono creati ad hoc crescendo a dismisura grazie alla ‘cura Casalino’. Diverso era stato il caso dell’ultimo tecnico sbarcato a Palazzo Chigi, Mario Monti: dieci anni fa l’ex commissario europeo non aprì account social fino alla fine dell’esperienza di governo, quando entrò a far parte di quell’universo in vista delle elezioni con Scelta Civica.

In attesa di capire quale sarà la strategia di Draghi sulla comunicazione, sui social sono già comparsi profili e pagine non ufficiali. Si va da ‘Il golpe Mario Draghi’ su Facebook, pagina satirica sull’economista, alle numerose pagine ‘Bimbe di Draghi’ su Instagram, sulla scia di quelle già apparse per Giuseppe Conte. Non solo: l’ex numero della Bce è già diventato oggetto di meme, dal #quellavoltacheDraghi di tendenza su Twitter, dove centinaia di utenti si sono scatenati immaginandosi scenari fantasiosi in cui, per esempio, Draghi “all’età di 5 anni, ne aveva già 8 grazie agli interessi”, oppure le immagini più improbabili associate al suo ormai storico “whatever it takes”.