Mascherine al lavoro, dove sono obbligatorie o raccomandante: il protocollo anti-Covid sullo smartworking

La scelta, nonostante l’ondata di contagi estivi provocata dalla variante Omicron5, è quella di trattare il Coronavirus come un virus endemico, anche a causa degli effetti minori sulla salute. Da qui la decisione, nell’accordo preso tra ministero della Salute, del Lavoro e dai sindacati, di approvare un protocollo anti-Covid più blando.

Fino al 31 ottobre prossimo l’obbligo di mascherina ffp2 resta solo in determinati ambiti lavorativi come trasporti o sanità, ma nel protocollo si sottolinea come il dispositivo “rimane un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative”.

Per questo il datore di lavoro deve “assicurare” la disponibilità di mascherine ffp2 “al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo”. 

Lo smartworking

Il protocollo siglato tra Ministeri e sindacati prevede inoltre la proroga degli accordi già in vigore nel caso di lavoratori fragili fino al 31 dicembre 2021: il lavoro agile resta “uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti ai rischi derivanti dalla malattia”, e per questo è prevista la proroga “emergenziale”.

In questo caso il protocollo prevede che “il datore di lavoro, dopo aver sentito il medico competente, stabilisca misure prevenzionali e organizzative per i lavoratori fragili”.

Controllo della temperatura e ingressi scaglionati

Per i dipendenti del settore privato, in caso di rilevazione all’ingresso di una temperatura superiore a 37,5°, non potrà essere consentito l’accesso al luogo di lavoro. 

Nel caso in cui il dipendente dovesse comparire una sintomatologia influenzale dovrà comunicarlo “tempestivamente” al datore di lavoro. Se invece la sintomatologia dovesse comparire durante l’orario lavorativo, il dipendente dovrà indossare subito una mascherina ffp2 (nel caso in cui non la indossino già), non recarsi al pronto soccorso e contattare il proprio medico curante per il monitoraggio e le analisi del caso.

Nel protocollo approvato ieri viene anche rinnovata l’indicazione, dove possibile, a scaglionare gli orari di ingresso e di uscita dei lavoratori e delle lavoratrici, per evitare assembramenti.