La notizia è particolarmente significativa, tanto più a pochi giorni di distanza dal flop referendario. È la stessa presidente del Consiglio a darla in apertura del Consiglio dei ministri: “L’ex segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, sarà nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il Sud”. La delega era stata mantenuta dalla premier quando Raffaele Fitto aveva lasciato il governo per andare a ricoprire il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Sbarra entrerà nella squadra dell’esecutivo come indipendente. La nomina di Giorgia riesce, probabilmente in modo definitivo, a spaccare la “triplice”, allontanando sempre di più la Cisl da Corso Italia. Tutto ciò dopo il clamoroso flop incassato da Maurizio Landini sui referendum sul lavoro, una trappola in cui il sindacato cattolico guidato da Daniela Fumarola (subentrata proprio a Sbarra) non è caduto. Il Cdm a Palazzo Chigi è proseguito con un’approvazione attesa: la riforma dello Statuto del Trentino Alto Adige. Lo spiega il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli: “Abbiamo previsto il ripristino degli standard di autonomia, l’aggiornamento delle competenze e la garanzia della rappresentanza dei gruppi linguistici”.

Il tutto in una giornata da incorniciare per la maggioranza. Il giorno in cui Roma torna “caput mundi”, dopo le polemiche per l’esclusione di Meloni dalle riunioni dei volenterosi. O comunque al centro dell’Europa. È proprio nella Capitale infatti, a Villa Madama, che va in scena il vertice Weimar plus. Al tavolo Germania, Polonia, Francia, Italia, Spagna, Gran Bretagna, Ucraina, con il segretario generale dell’Alleanza atlantica Mark Rutte e l’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza Kaja Kallas. Un ordine del giorno ingombro di temi importanti: come rafforzare la Difesa europea? E ancora, come gestire il sostegno all’Ucraina in una fase così delicata della guerra?

Il fantasma che si aggira è quello di Putin: “Potrebbe attaccarci entro il ‘29-30, per questo occorre trovare una soluzione al conflitto in Ucraina che faccia in modo che la Russia non ci provi più”. Parole di Rutte, che riferisce il parere di un Capo di Stato Maggiore della Difesa tedesco. Una minaccia tangibile, che dovrebbe spingere l’Occidente ad aumentare le spese militari, per arrivare al fatidico 5% del Pil (ovvero i due livelli di spesa, con il 3,5% dedicato alle spese militari classiche e l’1,5% alla sicurezza in senso più ampio), come chiede insistentemente Donald Trump.

L’Italia sceglie di seguire la proposta della Gran Bretagna: sì all’aumento, ma con calma. “Abbiamo posto la questione del timing. Ci servono almeno 10 anni per raggiungere gli obiettivi”, dice Tajani. Il capo della Farnesina mette comunque dei paletti: “Aumentare i dazi e aumentare le spese per la sicurezza sono due cose che vanno in contrasto tra di loro, quindi è difficile poter raggiungere alcuni obiettivi se c’è un incremento dei tassi”. L’obiettivo del 5% è stato confermato da Meloni, che ha incontrato Rutte a Palazzo Chigi prima del vertice. La premier ha ribadito il “sostegno all’Ucraina” e “il ruolo dell’Alleanza atlantica quale pilastro imprescindibile per la difesa collettiva, nonché l’importanza di un approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica”.

Per il segretario generale dell’Alleanza atlantica, “puntiamo a mantenere l’Ucraina forte e in grado di difendersi e arrivare così a una pace durevole in questa guerra che non ha provocato e che però continua”. Insieme a Trump: “È cruciale cosa ha fatto il presidente finora, ciò che ha iniziato con Putin” e nell’ambito degli ultimi negoziati di Istanbul. “È un approccio step by step – rilancia – e così stiamo cercando di fare progressi”. Plauso al ruolo che l’Italia svolge. “È un’alleata importante ed è attiva in tutto il territorio Nato. E, ovviamente, l’Italia vanta una base industriale per la Difesa di cui essere fieri, ha la Leonardo, ma anche tante altre aziende industriali per la Difesa, grandi e piccole”, spiega Rutte. Sull’esigenza di rafforzare le spese militari concorda anche l’ambasciatore Giampiero Massolo: “Pensavamo che i nemici fossero acqua passata, l’Europa deve ridotarsi dello strumento militare”. Agenda nutrita quella dei summit internazionali: domenica in Canada il vertice del G7, il 24-25 giugno summit annuale della Nato all’Aia. Con Meloni stabilmente seduta tra i grandi.