Un presunto matrimonio combinato e una visita ginecologica che preoccupava Mithila, la giovane 15enne di nazionalità bengalese morta ieri, giovedì 2 novembre, in ospedale dopo essere precipitata tre giorni prima dal balcone dell’abitazione dove viveva con la famiglia ad Ancona. Saranno le indagini coordinate dalla procura a far luce sul decesso della giovane, morta suicida. Al momento il padre è indagato dai pm di Ancona per istigazione al suicidio. Una vicenda tutta da chiarire ma che ha visto un’accelerazione nelle ultime ore dopo il decesso delle 15enne e le testimonianze raccolte dalla polizia tra amici e insegnanti.

Testimonianze che avrebbero fatto emergere le preoccupazioni di Mithila che temeva di essere costretta a rientrare in Bangladesh a causa dei rapporti difficili con il proprio con il padre, che potrebbe averle combinato un matrimonio in patria. Il magistrato ha posto sotto sequestro sia il cellulare che il diario della quindicenne morta nel reparto di rianimazione dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona dopo tre giorni di agonia in seguito alla caduta di oltre dieci metri. Fatele il gravissimo trauma cranico riportato. La ragazza viveva insieme ai genitori, al fratello, alla famiglia della sorella, sposata e con due figli piccoli.

Mithila, il volo dal balcone il giorno prima della visita ginecologica

Lunedì pomeriggio quando è avvenuto l’incidente in casa erano presenti la madre e la sorella. Un passante aveva notato la giovane fuori al balcone, capendo dopo poco le sue intenzioni. Inutili però i tentativi di richiamare la sua attenzione. Il giorno dopo, martedì 31 ottobre, Mithila avrebbe dovuto fare una visita ginecologica, da qui l’ipotesi da verificare se in qualche modo il suicidio fosse legato alle paure della giovane, appartenente a una famiglia di religione musulmana. Sarà l‘autopsia a chiarire se la giovane nascondesse una gravidanza o se a preoccuparla erano altri aspetti, a partire forse dalla perdita delle verginità.

Le parole all’assistente sociale e la difesa del fratello: “Mithila era libera di fare tutto”

La stessa Mithila avrebbe raccontato a una assistente sociale che temeva di perdere l’anno scolastico perché i familiari volevano portarla per alcuni mesi in Bangladesh. Al momento gli investigatori non escludono nessuna ipotesi mentre il fratello, in una intervista al Resto del Carlino ha rassicurato: “Mia sorella era libera di fare tutto non siamo una famiglia rigida. Lei è sempre uscita”. Il giovane ha poi aggiunto che non c’era ancora nemmeno una data fissata per questo viaggio e nessuno l’avrebbe mai obbligata. Parole che contrastano con quelle dei vicini di casa, secondo cui erano frequenti le lite tra la giovane e i familiari.

 

Redazione

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