Varare un’Intelligenza Artificiale “Modello Italia” per educarla con dati e identità italiane e proporne al mondo una Made in Italy, che dunque promuova la nostra cultura, anziché subirne una straniera (necessariamente americana, giacché persino quella di produzione cinese è settata in inglese). Questo è l’obiettivo di quanto annunciato ieri da Uljan Sharka, fondatore di I Genius, società pioneristica di Generative AI con sede a Milano (e che li vuole rimanere).

È attiva dal 2016 nel campo della ricerca e sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale generativa, e ieri ha annunciato la sua partnership con Cineca, consorzio Interuniversitario senza di 118 enti pubblici, tra i quali 2 ministeri e 70 Università italiane, il cui scopo è dare supporto all’innovazione e alla promozione dell’utilizzo dei più avanzati sistemi di calcolo scientifico ad alte prestazioni. Non stiamo parlando di mecenatismo illuminato. L’obiettivo, che dovrebbe assai interessare le istituzioni e gli investitori italiani, è quello, ambizioso e senza precedenti, di lanciare un Gpt italiano a licenza open source capace di competere con i creatori prevalentemente americani di AI, rinunciando così a rimanere solo spettatori o regolatori di produzioni altrui che sversino mentalità, valori ed ecosistemi produttivi solo stranieri.

“Modello Italia” dovrebbe aiutare aziende e pubblica amministrazione a sfruttare pienamente i vantaggi derivanti dall’intelligenza artificiale generativa, anche in settori sensibili come sanità, finanza, e sicurezza nazionale, sia pur, tutto, nel pieno rispetto delle normative su privacy e sicurezza nazionale. Vedremo se questo tentativo di Rinascimento digitale Made in Italy prenderà solidamente corpo, ma di sicuro va tenuto d’occhio.