La vicenda del 32enne scomparso a Ventimiglia di Sicilia
Morte Massimo Alessio Melluso, giallo autopsia e carte sparite al cimitero di Poggioreale: “Ora abbiamo paura”
Carte sparite e da mesi, dopo il via libera della Procura di Termini Imerese (Palermo), i familiari di Massimo “Alessio” Melluso aspettano che venga riesumato il corpo e venga svolto l’esame autoptico per far luce sulla morte del 32enne napoletano avvenuta il 26 giugno 2021 in un casolare a Ventimiglia di Sicilia di proprietà della famiglia del fidanzato. E’ una vicenda raccapricciante quella che denunciano la madre Maria Vincenzino e la figlia Annamaria, assistiti dal legale Felice Bianco.
Una vicenda che inizia con la morte di Massimo, archiviata inizialmente come suicidio, e prosegue con tentativi di perizie da parte dei familiari andati a vuoto, continue istanze presentate alla procura siciliana e alla pm Concetta Federico, e il via libera ad aprile 2022 all’esame autoptico sul corpo del giovane che si trova nel cimitero di Poggioreale. “Da aprile ad oggi sono passati cinque mesi e non è stato ancora nominato il medico legale e le carte inviate agli uffici del cimitero di Poggioreale per il via libera alla riesumazione sono sparite” commenta l’avvocato Bianco.
Una situazione inquietante che logora giorno dopo giorno mamma Maria e gli altri tre figli (Annamaria, Roberta e Andrea) che da oltre un anno chiedono accertamenti sulla misteriosa morte del loro “Alessio”, così come si faceva chiamare Massimo “perché gli piaceva di più questo secondo nome”.
“Possibile che non abbia riportato alcuna ferita, escoriazione, pur cadendo da un’altezza di sei metri dopo che il compagno ha tagliato la fune con il quale si sarebbe impiccato Massimo?” chiedono i suoi cari. La stessa madre aggiunge che il giorno dopo il decesso “ho trovato mio figlio direttamente in una bara. Era vestito con lo smoking e a stento me lo facevano toccare. Io volevo federe se aveva delle ferite ma sia alle gambe che al volto non c’erano graffi”.
“Mio figlio se ne è andato di casa a 19 anni. Ha sempre vissuto a Roma, anche quando ha conosciuto Roberto, l’amore della sua vita. Sono stati insieme più di sette anni – racconta Maria – e gli ultimi 13 mesi li hanno trascorsi in Sicilia, dove abitava la sua famiglia. Massimo amava la vita, era felice, aveva un allevamento di conigli ariete nano (“Gli amici di Matilde”) che andava a gonfie vele, e collezionava e restaurava Barbie che vendeva tramite il suo sito online Barbie new life: una persona così può arrivare a uccidersi? Io voglio solo sapere come è morto mio figlio, me lo devono. Abbiamo chiesto per mesi l’autopsia – ricorda – poi quando la pm l’ha disposta, con tanto di nomina di medico legale, ci siamo illusi soltanto. Successivamente abbiamo scoperto che il medico non era stato nominato e addirittura dagli uffici del cimitero di Poggioreale era sparita la notifica dei carabinieri. A questo punto temo che possano prendere anche il corpo di mio figlio” sottolinea la donna disperata.
“In questo continuo scaricabarile ci sta rimettendo mio fratello che è chiuso in una bara da 15 mesi e si sta consumando” racconta la sorella Annamaria. L’avvocato Bianco aggiunge: “Più il tempo passa, più diminuiscono le possibilità di trovare eventuali tracce di reato sul corpo di Melluso”.
Infine l’appello di mamma Maria: “Mi rivolgo alla Procura di Termini Imerese e alla dottoressa Concetta Federico: noi vogliamo la verità, io non credo a tutto quello che è stato raccontato sulla morte di mio figlio. Dateci l’autopsia quanto prima perché più il tempo passa e più penso che ci sia qualcosa o qualcuno dietro a tutta questa brutta storia”.
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