In marzo diceva che per essere immuni bastava bere acqua e limone e mangiare aglio crudo. Poi però aveva ordinato nel suo Paese il più severo dei lockdown possibili. Ora Ramzan Kadyrov, presidente della Cecenia, repubblica della Federazione Russa, è ricoverato in una clinica di lusso a Mosca per «danni polmonari dovuti a una sospetta infezione da coronavirus». Lo rende noto l’agenzia di stampa Interfax. Kadyrov, 43 anni è stato trasportato dalla sua Grozny alla capitale federale con un aereo privato su suggerimento dei medici dopo un improvviso peggioramento delle sue condizioni, secondo quanto riportato dal notiziario online Baza.

Il leader della repubblica caucasica, teatro negli anni 90 e all’inizio del nuovo secolo di due sanguinose guerre di secessione, arrivò al potere dal 2007 sull’onda dell’assassinio di suo padre Akhmad, ex capo separatista alleatosi col nemico e messo alla presidenza da Vladimir Putin. Ramzan Kadyrov ha gestito la ricostruzione post-bellica pagata da Mosca, garantendo stabilità in cambio di un sostanziale via libera al pugno di ferro con cui governa. La violenza delle lotte di potere, la brutale soppressione del dissenso e la persecuzione di parti della popolazione sono state condannate dalle maggiori organizzazioni per i diritti umani. Nel 2017 in Cecenia ci fu un vero e proprio pogrom nei confronti di gay e lesbiche, con arresti, torture e morti. Chi scrive raccolse allora le agghiaccianti testimonianze di alcuni superstiti.

Dopo aver inizialmente minimizzato la pandemia, Kadyrov l’ha affrontata da satrapo orientale, chiudendo i confini interni, instaurando un coprifuoco e promettendo severità estrema per ogni violazione della quarantena. Per i giornalisti che investigano troppo, addirittura minacce di morte: «Il Cremlino la fermi o qualcuno di noi dovrà ammazzarla», ha detto Kadyrov di Elena Milashina, che ha raccontato sulla Novaya Gaeta come i ceceni preferiscano curarsi dal Covid da soli a casa piuttosto di affidarsi a ospedali fatiscenti o comunque chiedere aiuto alle autorità. Milashina si occupa della Cecenia da 15 anni, da quando la sua compagna di scrivania Anna Politkovskaya fu ammazzata perché si occupava troppo di Cecenia. Anche nelle ultime ore ha descritto su Facebook le reticenze del governo di Kadirov riguardo ai numeri reali del contagio: molti più dei mille ufficiali, con ogni probabilità.

Razman Kadyrov è l’ultima delle personalità politiche di spicco della Federazione ad ammalarsi di Covid-19, dopo il premier Mikhail Mishustin, due sue ministri e il portavoce di Putin Dmitri Peskov. In Russia i casi di infezione sono circa 320mila. Solo negli Usa ce ne sono di più.