Ho sonno, sono stanca morta”, recita questo l’ultimo messaggio scritto al fidanzato da Sara Viva Sorge, l’infermiera 27enne di San Vito dei Normanni (Brindisi) morta dopo essersi schiantata con la propria auto all’alba del 15 febbraio, reduce da due turni notturni consecutivi, come denunciato dal sindacato.

Sara aveva inviato quel messaggio ad Andrea alla fine del turno, uscendo dal centro di recupero della Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica dove lavorava da circa 20 giorni. Poco dopo, alla guida della sua Renault Twingo, Sara perderà la vita sulla strada provinciale che collega San Vito dei Normanni a San Michele Salentino, nel brindisino.

La causa dell’incidente secondo gli inquirenti sono riconducibili ad un colpo di sonno della giovane infermiera: come riporta il Corriere della Sera infatti i carabinieri di San Vito dei Normanni escludono che nell’episodio sia coinvolto qualche altro mezzo né sono state trovate tracce di eventuali passaggi di animali. L’auto di Sara ha invaso la corsia opposta dopo una curva ed è finita contro un palo dell’illuminazione: un impatto violento che ha provocato il decesso della 27enne praticamente sul colpo.

Per questo non è prevista alcuna inchiesta da parte della magistratura sul sinistro. Potrebbe esserci invece un accertamento da parte degli inquirenti sull‘organizzazione del lavoro nella struttura riabilitativa della Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica

Le avevo comprato un anello, adesso è nella bara con lei”, sono state le parole spezzate dall’emozione di Andrea, il fidanzato che ieri era presente ai funerali della ragazza nella chiesa Immacolata Concezione di San Vito dei Normanni. Anche in occasione dell’ultimo saluto alla fidanzata, il giovane ha confermato che Sara si fosse più volte lamentata della pesantezza degli orari di lavoro nei suoi primi giorni al San Raffaele, che da parte sua ha confermato che il turno notturno durate dalle 20 alle 6 del mattino.

Nelle ore successive alla tragedia era stato il sindacato a denunciare una situazione al limite. La Cgil, in una nota firmata da Chiara Cleopazzo della Fp Cgil di Brindisi e Luciano Quarta dello sportello Salute e sicurezza dello stesso sindacato, aveva sottolineato come la 27enne infermiera morta martedì  “lavorava da 20 giorni alla Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica, ed è morta per un incidente in itinere mentre lasciava il lavoro e aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui vengono sottoposti i dipendenti della struttura”.

Una situazione, quella dei turni massacranti al San Raffaele, che il sindacato spiegava di aver denunciato altre volte: “Questa volta non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica, ma come si dice in gergo, di un infortunio in itinere. Non per questo è meno drammatico e meno grave e non solleva tutta la comunità da alcuni interrogativi su una lavoratrice assunta da poco tempo subito gettata nel mezzo di una situazione lavorativa complicata”.Spesso per una unità lavorativa si arriva a gestire 10 degenti – spiegavano dalla Cgil – con un carico di lavoro al limite, per questo è incomprensibile un turno di lavoro lungo e con due notti consecutive, questo sicuramente non può consentire il recupero psicofisico dovuto”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.