Tre fermate della Linea 1 della metropolitana – Scampia, Frullone e Chiaiano – resteranno chiuse per tutta l’estate. La decisione, legata ai lavori finanziati dal Pnrr, ha provocato proteste nei quartieri interessati e acceso un dibattito sull’efficacia della comunicazione istituzionale in situazioni di forte impatto sulla cittadinanza. Ne abbiamo parlato con Edoardo Cosenza, assessore alla mobilità del Comune di Napoli.
Assessore, perché è stato necessario chiudere contemporaneamente tre fermate per tre mesi?
«La chiusura riguarda la tratta tra le tre stazioni, non solo le fermate. Parliamo di una parte della linea che ha circa 28 anni e non è mai stata oggetto di sostituzione dei binari, un’operazione che in qualsiasi metropolitana del mondo va fatta dopo un certo numero di anni. Il tratto è all’aperto e con massicciata, il che rende impossibili interventi notturni: le ore utili sarebbero appena tre a notte, insufficienti per lavori tanto complessi. A Milano, per esempio, stanno chiudendo due fermate della Linea 2 per 48 giorni; noi chiudiamo per 83 giorni, ma su un tratto doppio. La verità è che non c’erano alternative tecniche credibili».
La scelta è legata al Pnrr?
«Sì, ma non solo. Benedetto il Pnrr, perché ha permesso di finanziare lavori che si sarebbero dovuti fare 10 anni fa. Abbiamo selezionato interventi realizzabili entro le scadenze del piano, e questo è uno di quelli. Ma sia chiaro: la necessità non nasce dal Pnrr, nasce dall’usura accumulata nel tempo. Prima si fa, meglio è».
Molti cittadini lamentano una comunicazione insufficiente. Ritiene che sia stata efficace?
«Si può sempre fare meglio. La prima comunicazione è partita il 5 giugno, anche se senza troppi dettagli. Poi, appena ricevute le autorizzazioni necessarie – soprattutto da Roma – abbiamo comunicato tutto: date precise, navette, fasce orarie garantite. Capisco il malcontento, ma abbiamo diffuso le informazioni appena è stato tecnicamente possibile. Il nodo è anche come si comunica oggi: giornali, Facebook, Instagram, TikTok? Ogni cittadino ha un suo canale di riferimento, e non è semplice raggiungerli tutti».
Che alternative sono previste per i residenti?
«Le tre stazioni saranno aperte dalle 6:00 alle 8:00 del mattino e dalle 21:30 alle 23:30 di sera, perché in quelle fasce i treni devono comunque uscire e rientrare dai depositi. In più, è previsto un servizio di bus ogni 10 minuti, che collega le stazioni chiuse a quella del Policlinico, la prima aperta in direzione centro. Non è una sostituzione integrale fino a Garibaldi – sarebbe impossibile – ma è una soluzione rapida per ricollegare i nodi essenziali».
Possiamo fidarci della data di riapertura? O c’è il rischio di proroghe?
«Nessuna proroga. Il 15 settembre riapriamo. Lo garantisco personalmente. È la data oltre la quale comincia l’anno scolastico e la città torna a regime. Si farà tutto il possibile per completare in tempo».
Qual è la visione dell’amministrazione sul trasporto pubblico metropolitano nel lungo termine?
«La visione è ampia e ambiziosa. Entro il 2027, la Linea 1 collegherà aeroporto, stazione centrale e porto: nessun’altra città al mondo ha una linea singola così strategica. Stiamo lavorando per rafforzare anche la Linea 6 e la rete dei tram – come quello tra San Giovanni e Mergellina – oltre a una flotta di 300 bus elettrici. Abbiamo in cantiere la Linea 10, che collegherà Napoli con Afragola AV via Casoria, e una monorotaia sopraelevata per collegare Villaricca, Qualiano, Giugliano e Melito a Scampia. C’è anche un progetto per portare la metro a Capodimonte, rendendo finalmente accessibile una delle meraviglie di Napoli».
Cosa si sta facendo per completare l’anello della Linea 1, inclusa la tratta EAV di competenza regionale?
«Stiamo collaborando a stretto contatto con EAV. Loro hanno acquistato treni compatibili con la nostra rete e li ospitiamo nel nostro deposito. Il coordinamento c’è, ma le date di completamento dipendono da loro. Quando si chiuderà l’anello, lo festeggeremo insieme».
Da ingegnere e amministratore: Napoli è destinata a un sistema moderno o dovrà sempre gestire emergenze?
«Napoli oggi ha un sistema potenzialmente secondo solo a Milano. Siamo superiori a Roma, anche per via delle difficoltà archeologiche che abbiamo sempre affrontato. Linea 1 ha raggiunto 125mila passeggeri al giorno, 44 milioni l’anno. Ma dobbiamo convincere i napoletani a usare di più il trasporto pubblico. Le emergenze sono spesso scambiate per manutenzione programmata – come per la funicolare di Montesanto, che per legge va rinnovata ogni vent’anni. Siamo in crescita, e la città metropolitana – con i suoi 3 milioni di abitanti – è il vero orizzonte su cui dobbiamo continuare a lavorare».

