Gli incendi in Siberia e nelle regioni orientali della Russia sono ritornati e sono 10 volte peggiori rispetto a quelli dello scorso anno. Da quando la neve si è sciolta, la zona è stata attraversata un’ondata di caldo secco che ha alimentato i roghi. Attualmente è andata in fumo un area di oltre 30mila km quadrati.

Le immagini satellitari scattate dalla Nasa riportano una situazione ben più preoccupante rispetto agli anni precedenti: i roghi alimentati dalle condizioni climatiche estreme della regione, sono iniziati prima rispetto al previsto e si sono propagati con maggiore velocità.

Come riferito dal quotidiano Siberian Times, il ministro per le emergenze Evgeny Zinichev ha dichiarato la situazione è critica e che i roghi minacciano anche le regioni confinanti.

In molti casi a scatenare i roghi sono incendi provocati dall’uomo e, in questo caso, le misure di contenimento dovute al coronavirus non hanno aiutato. In tanti si sono riversati nei boschi senza rispettare le norme di prevenzione.