La storia del cambio d'ora: ecco quanto fa risparmiare
Ora Legale 2022, quando cambia: le lancette vanno un’ora avanti, ecco perché scatta e quando nasce
Anche quest’anno in Italia scatterà l’ora legale. Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo le lancette andranno avanti di un’ora, il sole sorgerà e tramonterà un’ora più tardi consentendo agli italiani di sfruttare al meglio la luce naturale. Poi, tra 7 mesi, nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, le lancette torneranno indietro. Dunque questo weekend si dormirà un’ora di meno.
Quando nasce l’ora legale?
L’ora legale è nata come iniziativa per sfruttare al meglio le ore di luce solare. L’iniziativa nacque in Gran Bretagna nel 1916, per via della necessità di risparmiare energia durante la Prima Guerra Mondiale in corso. Così in Gran Bretagna entrò in vigore il British summer time. Molti paesi coinvolti nel conflitto decisero di seguire l’esempio degli inglesi e così nacque l’ora legale.
Anche l’Italia aderì all’iniziativa già nel 1916 come provvedimento straordinario per via della Guerra in corso. Solo nel 1966 il provvedimento diventò definitivo e ripetuto ogni anno. Nel 1980 diventa una regola dell’Unione europea. Una prima direttiva del Consiglio Europeo “si propone come unico obiettivo di armonizzare progressivamente le date di inizio e di fine dell’ora legale”. Un intervento derivante dalla “necessità di abolire gli ostacoli alla libera circolazione dei beni e dei servizi che disposizioni nazionali diverse in merito all’ora legale potrebbero creare”. Questa armonizzazione sulle prime ha riguardato solo la data di inizio. Dal 1994, poi, un’altra direttiva ha fissato inizio e fine dell’ora legale: “dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre in tutti gli Stati membri”.
Quanto fa risparmiare l’uso dell’ora legale?
Soprattutto in tempi di crisi e rincari l’ora legale può essere un forte aiuto. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera che cita di dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi di ora legale l’Italia risparmierà oltre 190 milioni di euro e avrà un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora, che equivalgono al fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie.
“Un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera”. Dal 2004 al 2021, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.
L’ora legale sarà abolita?
Dal 2018 si discute nel Parlamento europeo di eliminare l’orario unico perché non è una esigenza condivisa da tutti i paesi. Soprattutto i Paesi del Nord Europa che beneficiano meno della luce solare, hanno chiesto da tempo di modificare le disposizioni europee. Prima c’è stato un referendum internazionale on line al quale hanno partecipato 4,8 milioni di cittadini europei: l’84% si è detto favorevole a porre fine al cambio di orario. Ne è seguita una proposta della Commissione europea in questo senso. Nel 2018, quindi, è arrivata la risoluzione legislativa, approvata dal parlamento europeo con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astenuti, che sostiene la proposta avanzata dalla Commissione di porre fine all’ora legale.
L’Unione europea ha così invitato tutti gli Stati membri a decidere la propria posizione sull’ora legale. L’Italia nel 2019 per bocca dell’ex premier Giuseppe Conte ha depositato a Bruxelles un position paper: una richiesta formale di mantenere l’ora legale, alla quale era allegato un documento in cui Terna quantificava il risparmio per il Paese. Anche la Spagna, come l’Italia, è contraria all’eliminazione dell’ora legale. Il 2022 potrebbe essere l’ultimo anno di ora legale se l’Unione europea emanasse una direttiva che, come quella che nel 1996 ne uniformò l’adozione, uniformasse l’orario unico in tutta Europa. Per il momento tuttavia il dibattito è in stand by.
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