Europeista convinta, campana doc, classe 1981, Pina Picierno è una delle voci più riconoscibili del centrosinistra italiano a Bruxelles. Vicepresidente del Parlamento europeo, già deputata e figura di spicco del Partito Democratico, Picierno è tra i riformisti che premerebbero l’acceleratore sulle sanzioni.
I negoziati di pace sono naufragati, a Istanbul. Anche perché Putin ha preferito per l’ennesima volta l’insolenza e la strafottenza alla diplomazia. Come si porta la Russia al tavolo?
«La volontà russa al tavolo negoziale è stata quasi nulla, un segno tangibile di quello che sostengo da anni, ormai, ovvero che la Russia ha pianificato questa invasione di stampo imperialista per conquistare un proprio “spazio vitale” ai danni dell’Ucraina e dell’Europa. Vanno colti gli spiragli, va sostenuto insieme all’Ucraina qualunque sforzo per la diplomazia, ma solo l’indebolimento economico e militare del disegno imperialista del Cremlino può determinare un cambio di scenario, unito ad una ferma volontà da parte del mondo libero di porre fine ad un conflitto con una pace giusta, equa e duratura».
Von der Leyen ha proposto un nuovo pacchetto di sanzioni. A partire da North Stream. Ma le sanzioni che vengono annunciate come armi temibili, poi colpiscono davvero?
«Le sanzioni hanno fiaccato in modo inesorabile l’economia russa che sopravvive solo grazie a canali alternativi dati da un asse del terrore che parte dall’Iran e arriva alla Corea del Nord passando il partenariato con la Cina. Occorre continuare non solo ad intensificare la stretta sui canali legati ad energia, finanza e flotte fantasma ma occorre comprendere che i canali di finanziamento usati dalla Russia sono speculari a quelli del crimine organizzato, dalle criptovalute al riciclaggio di denaro e su questo va fatto di più. La Russia è un regime cleptocratico».
Lei è la più attiva nel contrasto contro la propaganda putiniana nel nostro Paese e in Europa. Come siamo messi sulla stretta normativa su questo versante?
«A livello normativo è tutto molto chiaro, ci sono pacchetti sanzionatori che proibiscono di diffondere, divulgare, a canali televisivi e stampa russa, contenuti propagandistici e tesi a destabilizzare le nostre opinioni pubbliche. Nel resto d’Europa c’è una applicazione rigorosa, in Italia si brancola nel buio. Non esiste una circolare chiara su questo ambito e l’iniziativa di cancellare gli eventi è delegata ai singoli Prefetti e ai rappresentanti istituzionali che si mobilitano di volta in volta. Ma credo che il Governo debba prendere atto che abbiamo un problema che mina la nostra sicurezza nazionale e agire».
Nel nuovo pacchetto si parla esplicitamente della cosiddetta “flotta ombra” composta da vecchie imbarcazioni con proprietà oscure e assicurazioni sconosciute. Ci sono natanti russi ormeggiati nei porti italiani, incluso quello che si sospetta essere di Putin. Servono più controlli, decreti attuativi più stringenti?
«Oltre ai controlli serve una presa di coscienza anche nella nostra società: la Russia non è nostra amica e ogni euro che arriva a Mosca è un euro che viene usato contro il nostro tessuto economico sano».
I conti correnti bancari russi sono congelati, ma in Italia non si va oltre. In altri stati dell’Ue ci sono state confische e quelle somme sono state già impiegate a favore della difesa dell’Ucraina. Anche su questo punto vede delle ritrosie, un’eccessiva prudenza in Italia?
«L’Italia come ogni Paese membro è obbligata a dare seguito alle sanzioni e sceglie in modo trasparente come mantenere il congelamento dei beni. La cosa che mi preoccupa è un allentamento morale intorno a questo aspetto. La guerra è una tragedia per tutti, ma lo è soprattutto per chi resiste ad un’aggressione».
L’Italia può fare di più per costringere Putin a sedere al tavolo della trattativa? Sta anche tornando a svolgere un ruolo attivo anche la Santa Sede, con il nuovo Papa, Leone XIV. Crede che insieme, bastone e carota potranno portare la Russia a trattare davvero?
«L’Italia fatica a stare al passo con le iniziative dei volenterosi. La vaghezza di Meloni su questo punto sta sganciando il paese dall’Europa. Pretendere di contare senza assumersi responsabilità è un tratto ormai tipico della destra al governo. La diplomazia vaticana e il tradizionale ruolo della Segreteria di Stato sono in continuità. La Santa Sede sa, come sempre, tener fede ai principi quanto tener conto della realtà. Mi ha particolarmente colpita il richiamo di Leone XIV alla verità come fondamento di relazioni internazionali pacifiche. La verità non è astrazione, è un’indicazione concreta e salda per affermare le ragioni della pace e i torti di chi la minaccia».
