“Con l’identità digitale noi avremo un’unica e sola user e password per accedere a tutti i servizi digitali della Pubblica Amministrazione”. Così la ministra dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione Paola Pisano alla trasmissione Eta Beta di Radio 1 ha raccontato i progetti di rivoluzione digitale per il futuro degli italiani. La ministra è fiduciosa nella virtù di una password unica, tanto che la allargherebbe anche all’utilizzo di siti privati o all’e-commerce. Un’idea che non è piaciuta affatto al popolo del web che ha intercettato la notizia e che si preoccupa soprattutto per la privacy e la sicurezza dei propri dati. Non è piaciuta l’idea di uno Stato che potenzialmente potrebbe diventare una sorta di ‘Grande Fratello’ con la possibilità di spiare i cittadini.

La ministra ha spiegato le opportunità di una simile password unica: “(Queste credenziali, ndr) potrebbero essere utilizzate per accedere anche ai servizi del privato – ha detto – Per esempio, il nostro conto in banca (…) o per comprare su Amazon. Ogni volta che noi abbiamo una user e una password, questa user e password dovrebbe essere data dallo Stato, perché è lo Stato l’unico soggetto che ha davvero certezza che quello è quel cittadino. E lei lo sa quante truffe ci sono sull’identità su Internet”. Da qui la polemica.

Poi la ministra è intervenuta con un tweet per chiarire la faccenda: “Vediamo di sgombrare il campo da ogni equivoco: l’identità digitale sarà rilasciata dallo Stato e servirà a identificare il cittadino in modo univoco verso lo Stato stesso. In futuro, per aziende e cittadini che lo vorranno, potrebbe essere ulteriore sistema di autenticazione”. Quindi si tratterebbe di un’iniziativa per chi lo vorrà.

“Sono molto perplessa per le posizioni espresse oggi dalla ministra Pisano relative all’identità digitale, – ha commentato la deputata del Pd Marianna Madia, ex ministro della PA – Credo occorra un confronto urgente sulle scelte complessive del Governo in materia di digitale e dati. Si tratta di un tema strategico per i diritti dei cittadini, la democrazia e la competitività del Paese. Alcune scelte meritano un approfondimento e un confronto ampio e non possono essere rilasciate ad improvvisazioni estemporanee”.

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